Cara Debora, inizi la tua lettera presentandoti prima come mamma e poi come moglie, per poi passare al tuo ruolo di figlia. Ma Debora "donna" dov'è? Chi è? Ti sei sposata molto giovane, quanto spazio hai dedicato a te stessa nella tua vita? Quanto ti conosci davvero? Sicuramente la situazione che descrivi è difficile da gestire nel tempo e l'essersi sentita trascurata complica le cose, ma non è fuori di te che puoi trovare l'approvazione e il sostegno che cerchi. Cerca dentro di te la forza per accettare la tua storia senza giudizio, ringraziando la tua mamma per averti comunque dato la vita e cancella l'aspettativa di essere vista e riconosciuta diversamente da lei. Sei tu in questo momento che puoi amare te stessa, prima di tutto imparando a sentire cosa davvero vuoi e a lottare con forza per ottenerlo. Finchè penseremo di essere vittime di un destino ingiusto saremo davvero pilotati dagli eventi. Se al contrario accettiamo l'idea che la forza che cerchiamo all'esterno è in realtà dentro di noi, potremo iniziare a vedere come le esperienze che ci accadono nella vita sono quelle che ci occorrono per crescere, per poter manifestare ciò che siamo al meglio. Lascia che la rabbia si manifesti in tutta la sua potenza, non reprimerla, ma usala trasformandola in una grande alleata: una grande forza creatrice per affermare te stessa. Un caro saluto.