Dott.ssa Giovanna Cappello

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Dott.ssa Giovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Problemi relazionali per ipovisione

Ho 42 anni e ho la retinite pgimentosa in fase terminale. E' difficile sintentizzare in poche righe.
Ho avuto una vita molto difficile, ma da qualche anno le cose sono cambiate, dopo due traumi, un licenziamento per mobbing, la diagnosi di stress post traumatico e l'agarofobia.
Il mio grande problema è l'isolamento nel quale vivo, perché nell'ultimo anno vedo cosi poco e in dipendenza dal tipo di luce e distanza, che devo usare degli ausili per muovermi autonomamente.
Ho sempre avuto problemi relazionali e adesso si sono accentuati, perché nessuno mi aiuta, se qualcuno lo fa, appena capisce che vedo un po la volta, dopo o mi ignora o mi ostacola il cammino o quel che è, insomma se voglio fare qualcosa devo contare solo su me stessa cosi mi deprimo.
Non ho amici, la mia famiglia è chiusa e non mi ha mai voluta, perché sono nata con la malattia e femmina, ho paura di tutto e tutti, non so come uscirne, perché se provo a frequentare un gruppo non so perché ma finisco emarginata, frequentavo l'unione italiana ciechi, ma invece di farmi fare qualcosa sono stata emarginata non so relazionarmi, andare d'accordo con le perosne, creare legami... sono cose che non conosco, non so come si fa.
Come posso fare?

Seguo un corso di acquagim che conobbi quando frequentavo l'unione, ma anche li non riesco a instaurare rapporti che non siano il semplice ciao come va. Cosa posso fare?

Salve Maruska ci sono tante cose che ha  mensionato nella sua lettera, tante e troppe cose che ha dovuto affrontare con un problema che ha conosciuto giá dalla nascita ed affrontare a partire dall infanzia: la retinite pigmentosa. Mi chiedo se è stata aiutata e sostenuta, sin fall infanzia, ad integrare la disabilitá da un punto di vista fisico e psichico e a potenziare abilitá e capacitá preesistenti. Potrebbe esserle utile un aiuto psicologico che le consenta di affrontare la sua disabilitá e  gestire la sua quotidianitá nei suoi aspetti relazionali, oltre ad aiutarla ad elaborare i traumi di cui parla nella sua lettera. Sono spesso anche eventi molto dolorosi, che abbiamo vissuto, a modificare il modo in cui ci proponiamo al mondo, agli altri. Le auguro di stare meglio.

domande e risposte

Dott.ssaGiovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Roma

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