Dott.ssa Giovanna Cappello

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Dott.ssa Giovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Sentirsi al limite

Salve a tutti,

sono uno studente universitario di 24 anni che, pur andando bene negli studi (media alta, numero di esami dato a sessione non indifferente) si sente afflitto dal fallimento. Prima di iscrivermi all'università ho frequentato un altro percorso accademico non universitario, portato a termine con successo, che mi ha garantito un'adeguata formazione nel mio ambito.
Il problema è che pensavo di laurearmi quest'anno (dopo aver compiuto 25 anni) ma razionalmente parlando diventa sempre più impossibile. Niente di grave, direte voi: invece che a novembre mi laureerò a marzo. Che saranno mai 4 mesi in più?
Per me, purtroppo sono tutto (anche perché 25 anni non sono pochi per l'attuale mondo del lavoro). So che non sono l'unico a trovarmi in questa situazione di sconforto, in giro ne leggo e sento di cotte e di crude, però continuo a sentirmi debilitato.

Sono in terapia da circa 3 anni e di progressi ne ho fatti tantissimi, però ancora non riesco a fare i conti col fallimento.
Tutto quello che voglio dalla vita è un po' d'indipendenza: nella mia famiglia le cose non vanno, più divento grande e più mi sento diverso da loro, dunque spingo al massimo sui miei studi e su altri corsi/progetti/occasioni che un giorno potrebbero permettermi di andarmene e vivere serenamente.
Inutile prendersi in giro, però: questo non è un paese per gente che vuole farsi da sola. Sento la pressione di una società che da me vuole ogni cosa (laurea triennale nei tempi, poi la magistrale, poi il master, poi stage infiniti, poi tutto e ancora di più) ma che probabilmente in cambio mi darà poco. Forse talmente poco che i miei sogni d'indipendenza (sempre più ridotti, sempre più striminziti) non troveranno mai realizzazione.
In mezzo a tutto ciò, basta la consapevolezza di non riuscire a dare il quinto esame della sessione per farmi sentire un incapace. Tra l'altro non riesco a darlo perché non ho più energie, non perché non abbia studiato. Sono svuotato e stanco, irascibile, rabbioso, deconcentrato, triste.
Oltre all'università in questo momento della mia vita ho poco: nessuna relazione, pochi amici, uscite ridotte all'osso, momenti di socializzazione inesistenti se non in ambito universitario e per ragioni di studio. Se fallisco qui non ho altro, e la cosa mi terrorizza. Ora si aggiungerà un altro esame alla schiera, e via che la strada si allunga ancora di più.

Qualcuno può darmi un consiglio?

Emanuele gli studi sono importanti e lei, da quello che ha scritto, é ben responsabile. Emerge pero dalla sua lettera un' interesse divenuto esclusivo verso gli studi. Benché preparato e costante nello studio, sembra essere molto critico e rigido verso se stesso, anziché alimentare con i suoi progressi l' autostima alimenta diffidenza e sfiducia nelle sue capacità e potenzialità rendendo il suo percorso più difficile e pesante. Continui ad affidarsi al professionista che la segue, condividendo la sua lettera, ricca di elementi su cui continuare a lavorare.

In bocca al lupo e le auguro di trovare presto serenità nella sua vita.

domande e risposte

Dott.ssaGiovanna Cappello

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Roma

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