Elaborare dignitosamente un lutto rilevante

Gentili Psicologi, ho 62 anni, figlio unico e celibe,e mia madre novantenne è deceduta da poco. Non ostante mi avesse avvertito da tempo, data l'età avanzata, il dolore è egualmente pesante. Ho letto l'articolo sull'elaborazione del lutto ed ho notato che, delle 4 fasi, le più difficili sono la seconda e la terza, nelle quali la mancanza della persona cara si fa più sentire. Chiedo molto brevemente: come si può elaborare dignitosamente un lutto rilevante? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione.

Buongiorno,

l'elaborazione di una perdita, per il vuoto che immacabilmente lascia, è un percorso che difficilmente si può sintetizzare in una procedura operativa, o in consigli scritti sinteticamente. Il tema principale resta quello di dotare di senso l'esperienza della perdita, partendo dalla consapevolezza che chi ci lascia si porta con sè qualcosa che nessuno potrà mai restituirci. Ma sono proprio queste cose che mantengono vivi in noi i ricordi di quelli che ci hanno lasciato.

Io vorrei lasciarla con una storia Zen che tratta proprio dell'esperienza che lei ha vissuto:

 ~~Un uomo ricco chiese a Sengai di scrivergli qualche cosa per la continua prosperità della sua famiglia, così che si potesse custodirla come un tesoro di generazione in generazione. Sengai si fece dare un grande foglio di carta e scrisse: «Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote». L’uomo ricco andò in collera. «Io ti avevo chiesto di scrivere qualcosa per la felicità della mia famiglia! Perché mi fai uno scherzo del genere? ». «Non sto scherzando affatto» spiegò Sengai. «Se prima che tu muoia dovesse morire tuo figlio, per te sarebbe un grande dolore. Se tuo nipote morisse prima di tuo figlio, ne avreste entrambi il cuore spezzato. Se la tua famiglia, di generazione in generazione, muore nell’ordine che ho detto, sarà il corso naturale della vita. Questa per me è la vera prosperità».