Rabbia per il mio ragazzo
Salve,
mi rivolgo a voi in quanto avrei bisogno di provare a comprendere se il mio stato d'animo è plausibile o meno, riguardo la situazione, stò soffrendo molto e non riesco davvero più ad essere serena. Premetto che ho passato una vita difficile, tra autolesionismo, problemi in famiglia, malattie e molta solitudine, pochissime amicizie e due grandi delusioni in amore, ma questo è normale e credo capiti a molti.
Sono fidanzata con un ragazzo da poco più di tre anni, dopo le precedenti storie in cui ho sofferto molto, ho conosciuto lui, ragazzo buono, sensibile, disponibile e molto gentile, che mi ha sempre voluto bene e rispettato; il mio problema è sorto non da subito, ma pochi mesi dopo che ci siamo messi insieme, lui studiava in accademia pittura, la sua passione. Per sette anni ha "studiato" per poi diplomarsi col minimo dei voti ed ogni tanto faceva qualche lavoretto di commissione dipingendo quadri o allestendo strutture. Non ha mai fatto altri lavori, perche non voleva abbassarsi ad altro, anche nella sua famiglia l'hanno sempre viziato. Lui ha 31 anni ed io 33, durante questi anni mi sono sempre trovata io a lavorare moltissimo (come ho sempre fatto) per cercare di comprarmi una casa, pagare le cene, le uscite e le poche vacanze fatte assieme,
inizialmente non mi pesava perchè ero molto trasportata da questo sentimento. Pian piano ha iniziato a pesarmi, quando lo chiamo lui "Riposa", non fa praticamente nulla, se non disegnare ogni tanto.
Un anno fa mentre ancora lui "Studiava" ho abortito perchè non volevo che lui rinunciasse alla sua passione, dovendo iniziare a lavorare. Nella mia famiglia mio padre (col quale non ho buoni rapporti se non stima perchè è un gran lavoratore) e mio fratello sono sempre stati uomini esemplari per il dovere, ma non avvezzi ai sentimenti ed al dialogo.
In breve, ora mi ritrovo a voler costruire fortemente un futuro, ma lui non ha un soldo anche se continua a dire da 3 anni che lo vuole anche lui e che un giorno sicuro diventerà insegnante e qualcosa tirerà fuori. Il mio problema è che questa storia mi sta rendendo nervosissima e ho molti sbalzi d'umore, a volte lo detesto e non voglio nemmeno vederlo. E' giusto che io mi senta così? Mi da i nervi il fatto che sua madre gli dia i soldi di nascosto. Non posso nemmeno dirglielo, perchè essendo figlio unico, dice che loro lo aiuteranno sempre. Continua a dirmi che è piu importante l'affetto che prova, che i soldi e che prima o poi arriverà qualcosa. Ma nel frattempo io mi sento malissimo. Non mi riesco a fidare e non lo vedo come uomo. Sarò influenzata dagli esempi della mia famiglia? Mi lega a lui quello che non ho mai avuto, ma allo stesso tempo mi manca una stabilità. Che cosa posso fare? Nonostante gliene parlo, non cambia nulla. Lui dice che le cose cambieranno, nel frattempo mi sento stanca e continuo a fare lavori orribili, nonostante abbia studiato molto, solo per mettere da parte qualcosa. Sono invidiosa? E'orribile non capire perchè mi sento così, sono sempre depressa, triste ed ansiosa, persino ossessionata. Grazie
Cara Maria,
se la dia a gambe levate, si faccia aiutare a elaborare il lutto per aver speso anni dietro a un uomo senza i piedi per terra e si faccia aiutare a non cadere più nella trappola, tipicamente italiana, di accogliere il proprio compagno come un figlio invece che come un adulto.
Lavorare in modo eccessivo per continuare a essere accettata dall’altro è un meccanismo che ha a che fare con un padre che forse lei ha vissuto come molto richiedente. C’è un senso del limite che va ricercato, un darsi regole consapevoli, e queste regole partono anche dal saper ascoltare e dare fiducia alle nostre sensazioni, sia interiori che corporee. Lei ne ha già una collezione che dovrebbe farle da ottima guida.
Le consiglio la lettura di “Donne che corrono coi lupi”, iniziando direttamente dalla fiaba di Barbablù.
Gli elementi li ha quasi tutti, un buon lavoro sulla sua storia è certo che funzionerà. Auguri!