Come aiutare un ragazzo introverso a relazionarsi

Buonasera,
sono una mamma di 47 anni con un figlio di 19 anni, che fa molta fatica a relazionarsi.
Di seguito la nostra storia in sintesi:
mi sono separata quando mio figlio aveva 18 mesi, perciò per lui crescere con i genitori che non vivevano insieme era normale. Io sono tornata da mia mamma che proprio qualche mese prima era rimasta sola, visto che il mio papà era venuto a mancare. (abbiamo vissuto insieme fino a 3 anni fa quando è mancata anche lei), quindi ci siamo aiutate a vicenda.

Ho vissuto sempre e solo per lui, come è giusto che sia per un genitore, ma il padre diciamo che non è mai stato molto presente, si limitava a stare con lui nei week end alternati e farsi sentire ogni tanto, da un po di anni è piu' presente e cerca di coinvolgerlo in attività (tipo soft air).

Da bambino, all'asilo, era abbastanza socievole, anche alle elementari. Poi alle medie ha cominciato a cambiare,aveva un amico del cuore che poi a suo dire l'ha tradito. Non ha mai sviluppato amicizie e non fa gruppo, tende ad isolarsi e non esce di casa. Guarda film e gioca con videogiochi..gli piace andare al cinema e fin da piccolo gli son sempre piaciuti gli animali.

Ancora adesso, ogni tanto, andiamo in qualche parco faunistico od oasi del wwf. Io sono sinceramente preoccupata perchè non è giusto per un ragazzo della sua età stare chiuso in casa. Lui mi dice di non preoccuparmi che sta bene così, si sente un lupo solitario...da circa 3 anni e mezzo ho trovato un nuovo compagno e all'inizio ho faticato a farlo entrare nella vita di mio figlio, ora l'ha accettato, perchè mi vede serena.
Spero possiate aiutarmi e darmi qualche consiglio, vi ringrazio dell'attenzione ed attendo una vostra cortese risposta.

Cordiali saluti


Cara Sabrina,

l'inquadramento della situazione di suo figlio sembra più semplice se visto con gli occhi della Medicina omeopatica unicista: è un ragazzo che non ama esprimere le sue emozioni e questa attitudine ad essere solitario è dovuta alla mancanza di un padre. Non ha potuto confrontarsi con la sua parte maschile durante la crescita e probabilmente interiormente si sente orfano.

Avrebbe bisogno di una buona psicoterapia con un professionista uomo e padre o con spiccate attitudini paterne. La difficoltà ad aprirsi, nonostante l'aiuto della psicoterapia, potrebbe essere superata appoggiandosi anche a un/una buon/a omeopata. A Varese avete almeno una eccellenza, in questo campo.

Un caro saluto.

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Dott.ssaIrina Boscagli

Psicologo, Psicoterapeuta - Prato - Firenze

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