La separazione fra dolore fisico e dolore psicologico
A causa di una patologia che agisce sulle articolazioni, soffro di dolore e stanchezza cronici. Fin da quando ricordo, i dolori sono stati più difficili da sopportare nei momenti di emozioni negative: quando provo rabbia, tristezza, solitudine. Immagino questo sia normale, ma la cosa innesca un circolo vizioso per cui se sono triste mi ritrovo ad avere male ad un ginocchio, alla spalla, alle dita. Inevitabilmente, mi ritrovo a concentrarmi sul dolore fisico e ho l'impressione di tralasciare sempre la cura di quello psicologico. Inoltre, questo meccanismo influisce sulla legittimità stessa del dolore fisico, perchè mi chiedo: me lo sto causando io? Voglio ritrovare la separazione fra le due sensazioni, anche solo per poter raccontare un momento triste senza bloccarmi nell'impossibilità di condividere un male che sta nelle mie ossa. Eppure l'unica strada che trova la mia mente è proprio quella di prendermi completa responsabilità del dolore fisico, come se fosse una mia invenzione. Se non avessi una diagnosi, me ne convincerei.
Cara Lisanna,
il suo quesito è chiarissimo. Corpo e mente sono un'unica unità e qualche volta l'una parla per l'altra.
Le suggerisco di rivolgersi a una Medicina complementare. Nel suo caso le serve un ottimo agopuntore (ottimo nel senso di professionista capace di comprendere a fondo il suo malessere e inventare la sua mappa di terapia, non necessariamente seguendo pedissequamente i protocolli) o un ottimo omeopata di scuola rigorosamente unicista.
Uno di questi approcci la aiuterà a creare quell'ordine che le serve per cominciare a lavorarci su.
Tanti cari auguri.