Rapporto di coppia
Salve, ho 35 anni, sposata da 8 dopo 11 anni di fidanzamento e nessun figlio. Il mio matrimonio è durato 1 anno e mezzo poi, in concomitanza del licenziamento di mio marito, è andato tutti a rotoli. Mio marito da allora non lavora ( e poco si è impegnato per trovare una occupazione) ; in casa non fa niente, mentre io lavoro, cucino, pulisco, lavo e mando avanti la baracca. Unica cosa che fa è stare 24h su 24 col telefono in mano. Ha passato un periodo di depressione, e io l'ho compreso; ho cercato in tutti i modi di capirlo, di dialogare e di stargli vicino, puntando molto sulla qualità del rapporto. Ho consigliato anche un supporto per una terapia familiare, ma nulla. Ora mi ritrovo sola, con il peso di tutto sulle mie spalle e con un marito solo sullo stato civile. Posso continuare cosi? E per quanto ancora? Davanti mi trovo solo un muro e potrei continuare per ore e ore a parlare di questa situazione, tanto per lui è sempre colpa mia. Da premettere che non abbiamo neanche più intimità, quando invece da fidanzati su questo aspetto non c'era nessun problema. Io ne soffro e vedo come unica via di uscita lasciar andare ognuno per la sua strada
Cara Elena,
sei anni di sopportazione sono un bel contributo, consistente.
Si direbbe ora che ognuno scelga un destino migliore: sia lei, che si ritrova sola e senza alcuna soddisfazione affettiva per tutto quello che fa; sia lui, che è caduto nel brutto vizio di denigrare la sua donna solo perché se la cava meglio, o molto meglio. Uomini di questo genere sono di solito preda di un femminile-strega, interno o esterno, ereditato da un rapporto con la madre, presente o non più presente, che ha impedito la maturazione del figlio in qualità di uomo, con un orgoglio specifico.
Portare pesi inutili è umiliante.
Trovi un buon professionista che la aiuti a tirar fuori le sue risorse migliori per staccarsi e rifarsi una vita con più dolcezze.
Un caro saluto.