L'insostenibile leggerezza nell'essere - Dr.ssa Giulia Grava
Potrebbe sembrare il semplice racconto di quel lungo, lento, atroce suicidio che, agli occhi di parenti ed amici del malato, è l’anoressia. In realtà, questo agile volumetto che l’autrice propone a tutti coloro che sono incuriositi dal mondo della psiche è anche la metafora, spinta all’estremo, dell’eterna, drammatica –talora tragica – lotta tra la necessità di accettare la realtà di ciò che si è e il desiderio o il bisogno di cambiarla, per riuscire a sopravvivere. Lo stretto intreccio di pratica e teoria clinica, resa quest’ultima con un linguaggio chiaro e semplice che consente anche al lettore comune di penetrare il mistero delle “anime spezzate” di quanti hanno contratto questa terribile malattia, fa di questo testo uno strumento utile, autentico, a suo modo originale. Sin dalla prima pagina appare evidente il fascino che la patologia dei disturbi alimentari e, nello specifico, l’anoressia nervosa esercitano sull’autrice per la purezza di pensiero e l’anelito alla leggerezza, non solo corporea, ma anche come stile di vita, dei pazienti che ne sono affetti. Dal racconto dei vari casi risulta altresì evidente che la scelta di stare “dalla parte del paziente” sottopone il terapeuta ad una sfida costante alla sua capacità di mettere a nudo i problemi familiari che hanno determinato, o contribuito a determinare, l’insorgere della malattia, soddisfando contemporaneamente la duplice necessità di stare in prima linea e al tempo stesso di proteggere i pazienti che hanno un atteggiamento di sfida o ribellione verso le norme che regolano il vivere sociale. Di qui il duplice atteggiamento richiesto al clinico: condivisione, da una parte, del comportamento insofferente e ribelle del paziente e, dall’altra, una continua attenzione a che la sua lotta contro il mondo non vada oltre le sue possibilità di ripresa fisica e non sfoci nella morte.
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