Dott.ssa Giulia Marzolo

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Dott.ssa Giulia Marzolo

Psicologa, Psicoterapeuta

Fissazioni e manie

Scrivere un articolo sulle fissazioni o manie, perchè? Oggi, un numero sempre maggiore di persone soffre di quelle che nel linguaggio comune vengono così chiamate ma, che noi psicologi definiamo Ossessioni e compulsioni. 

Il disturbo ossessivo-compulsivo ( DOC ) infatti è uno dei problemi psicologici più diffusi e ci sono tante persone che ne soffrono in silenzio.

La pandemia senz'altro ha contribuito ad un loro ulteriore aumento.

I pazienti che ne sono affetti mi raccontano di come la loro vita sia diventata impossibile e di come a soffrirne siano anche i familiari che gli sono accanto.

E' importante per questo avere un'ampia conoscenza di quello di cui stiamo parlando, perchè questi pensieri intrusivi si possono risolvere anzichè rassegnarsi a conviverci e a tollerare le grandi limitazioni che comportano nella vita quotidiana.  

Una corretta informazione infatti è il primo passo per affrontare efficacemente il problema.

Cercherò quindi di spiegare di cosa stiamo parlando e cosa si intende per ossessioni e compulsioni, partendo dalla premessa che tutti noi ne abbiamo qualcuna.

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che affiorano nella nostra mente in maniera intrusiva e che vengono percepiti da chi li sperimenta come fastidiosi, eccessivi ed insensati generando ansia e disagio. Così gli innumerevoli sforzi che vengono fatti per contrastarli hanno un successo solo momentaneo portando ad un peggioramento della sintomatologia.

Le compulsioni invece sono i rituali, i comportamenti ripetitivi ( lavarsi le mani, riordinare, controllare ) o anche azioni mentali ( contare, pregare ) che si mettono in atto per cercare di ridurre tutta questa sofferenza. Sono il mezzo che si mette in atto per controllare il disagio e la propria ansia ma, che in realtà andranno a rendere l' ossessione ancora più profonda.

Infatti le compulsioni si trasformano in rigide regole di comportamento, spesso bizzarre ed eccessive che acquistano un carattere abituale e automatico , meticoloso e che sopratutto non possono in alcun modo essere modificate nella loro sequenza.

Questo disturbo può manifestarsi sia negli uomini che nelle donne e comparire nell'infanzia, nell'adolescenza e prima età adulta.

L'età tipica in cui compare è tra i 6 e 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 anni nelle donne.
 

Come riconoscere la personalità del DOC?

Sono persone che hanno un eccessivo senso di responsabilità e di colpa, un' eccessiva importanza attribuita ai pensieri perchè vivono qualsiasi preoccupazione come eccessiva, non tollerano la presenza di pensieri negativi e fanno di tutto per contrastarli e liberare la mente da questi, inoltre interpretano lo stato confusionale che l'ansia può produrre come un' imminente perdita di controllo o di loro pazzia.

Cosa si può fare?

E' molto importante il modo in cui i familiari reagiscono ai sintomi e l' incoraggiamento davanti a ogni più piccolo tentativo riuscito di resistere al disturbo possono portare la persona ad un graduale miglioramento.

Ora che abbiamo riconosciuto il disturbo è importante capire cosa farà un' adeguata psicoterapia:

  • Individua la qualità e la quantità dei sintomi presentati ( ossessioni aggressive, ossessioni sulla contaminazione, , accumulo, conservazione, ossessioni di natura religiosa, di ordine, di superstizione, somatiche ecc ); ( compulsioni del lavaggio e sterilizzazione, del controllo, degli errori, del rileggere, del ripetere, del conteggio)
  • Aiuterà il paziente a modificare quelle specifiche convinzioni sull' importanza dei pensieri, sul senso di responsabilità, sulla possibilità di esercitare il controllo.
  • Andrà a ridimensionare le credenze che il paziente ha in modo tale che diventi sempre più capace di tollerare la presenza occasionale di pensieri immagini impulsi.
  • Si aumenterà la capacità di accettazione del rischio e quella di tollerare l' incertezza, punto debole dei DOC.

E' necessario che chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo chieda aiuto, senza vergognarsi e soffrire in silenzio.

Chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni può scrivermi (giuliamarzolo@libero.it ).

Dott.ssa Giulia Marzolo- Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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