Sento che ogni persona mi odia, perfino i miei amici più cari
Vorrei ben capire cosa mi succede, sento che ogni persona mi odia perfino i miei amici più cari anche quando si dimostrano vicini a me, ogni volta che vengo insultato anche per gioco prendo tutto molto seriamente e faccio il mio meglio per essere una persona buona e gentile infatti la mia pazienza viene sempre riconosciuta. Mi faccio i complessi di una ragazzina e tendo a spaventare gli altri raccontandoglieli o penso di spaventarli anche perché glielo dico dopo poco che ci conosciamo. E tutto questo si riflette nella mia vita sentimentale rendendomi totalmente incapace a prendere un contatto diretto con le ragazze, proprio perché tendo a spaventarle,anche se sono un bel ragazzo tendo a nascondermi dietro le chat per paura dei giudizi, ma anche li mi sento costantemente guardato e sotto osservazione dagli altri. Mi sento totalmente fuori luogo con i miei amici maschi soprattutto quando parlano di ragazze “gnocche“ perché non vedo niente di eccitante in una ragazza senza capire effettivamente che persona sia veramente. Mi sento completamente spaesato e di odiarmi nel più profondo perché cerco sempre la conferma di ciò che dico negli altri rendendoli direttamente partecipi di ciò che sto pensando e delle turbe mentali che ho. E penso che se continuo in questo modo mi troverò solo e senza nessuno che mi sopporti se non per pietà, se questo non è già successo, e scrivo tutto questo con la voglia sia di sfogarmi e cercare il contatto con altre persone che per cercare un aiuto, un consiglio
Ho letto lo scritto di Dario e una cosa che mi ha colpito è la sua tendenza a sottostare ad una dinamica quasi persecutoria che inesorabilmente soggioga e distrugge tutte le sue relazioni significative. Credo che molti colleghi siano in grado di formulare delle ipotesi verosimili sulle possibili origini di un tale malessere e di proporre dei percorsi per venirne fuori. Personalmente, vista anche la tipologia della dinamica in atto, l'unica cosa che mi sento di dire ed augurare a Dario è quella di trovare, nella sua zona, un bravo collega in grado di accompagnarlo in un viaggio psicoterapeutico sicuramente arduo e pieno di insidie ma percorribile. Credo ne valga la pena.