Crisi di ansia dovuta allo studio
Buongiorno Dott..re Sono preoccupata per mia figlia che ha 23 anni,e che da più di 1 anno le vengono vere e proprie crisi di ansia dovuta allo studio.Dopo la maturità mia figlia ha voluto prendersi un periodo di stop dagli studi,perchè voleva trovare subito un lavoro che la rendesse indipendente,ma dopo più di 1 anno che è stata a casa senza far nulla,ha deciso di iscriversi alla facolta di scienze dell'educazione.In quasi 2 anni ha fatto solo 5 esami con una media del 28.Io e suo padre siamo sempre stati soddisfatti di lei,ma ad un certo punto è capitato che mentre studiava le venivano delle crisi di pianto,paura,tachicardia,e tremori,tanto che le ho consigliato di non studiare per qualche tempo.Dopo qualche mese mia figlia ha deciso di lasciare glia studi e noi a malincuore abbiamo accettato.Ora ci ha ripensato dopo 8 mesi che non prende un libro in mano e si è iscritta al 3 anno,ma vedo di nuovo nei suoi occhi quell'ansia. Vi chiedo come mi devo comportare,quali aiuti posso dare.Lei è molto insicura,e anche se è brava non ne è consapevole Grazie
Non vi sono ricette prescritte. Sicuramente sua figlia ha una difficoltà a svincolarsi dalla sua famiglia, luogo sicuro, e diventare indipendente rispondendo ai difficili compiti che la vita richiede; tale compito è richiesto a tutti. Tale difficoltà nei "compiti di svilupppo" può essere motivo di paura e timore per il futuro che si traduce nei sintomi di cui lei ha scritto. Tutto questo è anche fisiologico, nel senso proprio la percezione di ostacoli attiva le persone a creare strategie risolutive tali da andare oltre l'ostacolo; altra cosa da dire è che i sintomi non sono necessariamnete segnali negativi; vanno etti e capiti e intendo dire che a questi deve seguire un lavoro per capirne il senso.
Altra questione riguarda le scelte: magari vostra figlia sente di non aver fatto la scelta giusta e non riesce a dirselo; voi, genitori, avete fatto anche bene a darle altro tempo, a non forzarla. A volte le pause sono il segnale di una futura e più decisa partenza; altre volte le pause possono durare a lungo e creare altro disagio. Io direi che potrebbe essere utile consultarsi di persona da uno specialista se sua figlia ne avverte la necessità. I sintomi che una persona esprime sono segnali non omologabili a sintomi simili espressi da un'altra persona, quindi vanno "letti" tenendo conto della complessità che la persona può esprimere attraverso la sua storia evolutiva, la sua famiglia, le sue esperienze, gli amici, i suoi sogni, le sue paure ecc...