tratti di personalità e alimentazione in eccesso
Dott.ssa Gloria Fioravanti
La prossima volta che ti capita di mangiare in eccesso, non soffermarti sul peso indicato dalla bilancia ma prova a farti fare un test di personalità. Stando ad uno studio svizzero appena pubblicato dal New York Magazine, i tuoi comportamenti alimentari potrebbero essere inconsapevolmente guidati dalle tue caratteristiche di personalità.
I ricercatori appartenenti all’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia hanno raccolto dati riguardanti le abitudini alimentari, i tratti comportamentali e di personalità di 1000 persone residenti nel cantone tedesco del territorio svizzero.
“Abbiamo scoperto che la personalità di un individuo può determinare perché una persona mangia e che cosa” spiega l’autore della ricerca Carmen Keller al New York Magazine.
I ricercatori hanno utilizzato uno dei test più noti utilizzati dalla comunità scientifica per identificare i tratti di personalità di un individuo, ovvero il Big 5. Questo test parte dal presupposto che esistono 5 tratti di personalità stabili durante tutto l’arco di vita tra gli individui e che la nostra personalità dipende dal grado in cui ciascun tratto è presente. Questi tratti di personalità sono:
L’aspetto interessante della ricerca è che ha evidenziato come ciascun tratto di personalità si rivela in diverse abitudini alimentari.
Keller e il co – autore Michael Siegrist riportano:
Le persone con alto tasso di nevroticismo infatti, tendono ad usare il cibo come modo per gestire le emozioni e diminuire l’ansia, mentre le persone estroverse tendono a mangiare troppo in compagnia.
Dal lato opposto, persone con elevati livelli di coscienziosità tendono a prediligere cibi salutari perché sembrerebbe che tengano maggiormente a mente gli effetti negativi che il “cibo spazzatura” avrebbe sul loro corpo. Sarebbe quindi più facile per loro prediligere uno frutto a metà pomeriggio rispetto ad una brioches consumata al bar o in compagnia.
É tuttavia prematuro considerare questi risultati come definitivi dato l’esiguo numero di partecipanti alla ricerca, nonostante ciò però si possono considerare questi risultati promettenti, altre ricerche andranno fatte per confermare o meno quanto scoperto dai ricercatori dell’Istituto Svizzero di Tecnologia.
Dott.ssa Gloria Fioravanti
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