Buongiorno Antonella, ho letto con attenzione la sua lettera e ho avvertito la preoccupazione di una madre molto attenta e consapevole sia del suo ruolo genitoriale che dei sentimenti del suo bambino. Prima di tutto la vorrei tranquillizzare sulle sue capacità di madre in quanto tutti possiamo commettere degli errori ma il fatto che lei si preoccupi e si chieda se ha fatto o meno la cosa giusta è molto importante. I bambini hanno bisogno di essere pensati, e percepire che l’adulto di riferimento pone attenzione al rapporto con loro è fondamentale; potersi rispecchiare in una madre che ammette anche di aver sbagliato, è un grande permesso che un genitore può dare a suo figlio. Cara Antonella ha risposto a suo figlio in modo sano ammettendo il suo errore e passandogli il messaggio che è possibile sbagliare, le ha dato il permesso di poter non essere perfetto, messaggio che suo figlio farà suo anche in campo sportivo. Dare il permesso a un figlio di sbagliare, di non essere perfetti e continuare a sentirsi ok ugualmente, è fondamentale per il buon sviluppo psicologico del bambino. Ha mandato a suo figlio il messaggio che non sempre possiamo essere perfetti quindi non sempre è possibile arrivare sul podio in una gara, senza per forza sentirsi inadeguati. Questo per risponderle alla sua preoccupazione se il bambino possa aver recepito il messaggio. Inoltre a 8 anni i bambini sono in un periodo in cui devono misurarsi con nuovi contesti relazionali come la scuola o appunto attività sportive di una certo livello e la richiesta ambientale diventa sempre più rilevante. Il mettersi alla prova in questo periodo della vita significa per un bambino farsi un’idea della sua competenza e sviluppare la propria autostima. Suo figlio potrebbe aver percepito grandi aspettative da parte della famiglia nei suoi confronti e quindi provare ansia da prestazione. Adesso forse il bambino vive la vincita come un dovere nei suoi confronti, tanto che le dice di aver avuto ragione a sgridarlo, e non come prova per consolidare competenza e autostima. Per cercare di calmare la sua ansia potrebbe essere utile passare al bambino la sensazione che per lei è bravo qualunque sia il suo risultato alla gara, è orgogliosa di lui solo per il suo impegno. È utile far passare l’attività sportiva come un gioco, un’attività sana da condividere con i pari. Le suggerisco inoltre di non compensare il suo dispiacere per quel che è successo con dei giochi, l’autenticità di sua madre, la solidità e la fiducia che riesce a trasmettere a suo figlio sono doni molto più importanti e duraturi.