Mio figlio non mi ubbidisce
Buongiorno,
mio figlio di 7 anni, disubbidisce su tutto. Non vuole fare i compiti, non vuole lavarsi i denti, non vuole andare a letto....qualsiasi cosa io (sopratutto io) gli dica, lui non la fa, e sembra quasi che lo faccia per dispetto.
Tutte le cose sono gravi, ma in particolar modo, con il rientro a scuola ha peggiorato il suo approccio con i compiti. Le stiamo provando tutte e dopo aver provato con urla (che so benissimo non servano a nulla) punizioni (in bagno a riflettere) non farlo uscire a giocare con gli amici, da ieri siamo in versione "ZEN" per così dire e con calma abbiamo cercato di farglieli fare, ma trascorsa l'ora e oltre (erano le 9 e mezza di sera) abbiamo deciso di mandarlo senza i compiti svolti, per vedere cosa succede.
Preciso che anche a scuola perde tempo di continuo, nonostante non abbia difficoltà nè a scrivere nè a leggere nè a fare calcoli, ma se decide che una cosa non la vuole fare non la fa.
Non sappiamo più che carta giocare
Gentile Signora, da queste poche righe in cui racconta la sua esperienza emerge la sua preoccupazione da mamma attenta e responsabile per la salute di suo figlio. Non è necessario affrontare situazioni "gravi" per porsi domande e se il comportamento di suo figlio le fa venire dubbi è bene che si confronti con specialisti così come ha scelto di fare qui.
Il "no" è una parola che i bambini imparano presto, pensi a quando durante lo svezzamento il bambino rifiuta il cibo girando la testa a destra e a sinistra: questo già rappresenta un comportamento che ha a che fare con il significato del "no". Poi, crescendo diventa una parola che per il bambino acquista un significato di autonomia cioè la possibilità di poter scegliere se fare o no una cosa!
Effettivamente l'adulto la usa spesso con i figli è dunque da loro un esempio nel bene e nel male. E' comprensibile che a 7 anni voi genitori pretendiate determinati comportamenti e che alcune opposizioni del bambino non siano accettabili.
A mio parere, sarebbe utile capire con l'aiuto di un esperto quale possa essere il disagio e/o la spinta evolutiva che il bambino sta vivendo in quanto il "no" oltre a rappresentare l'autonomia dagli adulti può significare anche un distacco relazionale da questi.
Tuttavia, nella quotidianità capisco quanto possa essere faticoso e frustrante gestire tale situazione; probabilmente per fare ciò sarebbe necessario riportare l'attenzione di tutta la famiglia sull'aspetto concreto delle cose affinchè con poco sforzo suo figlio possa valutare la conseguenza delle sue azioni.
Il confronto pratico con le sue azioni nella realtà può essere efficace perchè immediatamente riscontrabile: "qui ed ora succede questa cosa se deciderai di fare questo, evitando di proiettare le cose nel futuro che rappresenta un tempo difficile da capire per i bambini. Nessuna punizione o soluzione "zen" ma la condivisione delle conseguenze delle azioni.
In conclusione, rimango disponibile per ulteriori confronti.
Grazie.