Voglio suicidarmi
Ho 43 anni.
Me ne sento addosso 90.
Dopo una lunga convivenza, 7 anni fa sono stata abbandonata dal mio compagno al 5 mese di gravidanza, perché "non voglio essere padre".
Da lì sono finita in un vortice discendente che mi toglie ossigeno, vita e speranza ogni giorno di più.
Sono stata costretta a tornare a vivere dai miei perché da sola, economicamente, mi era impossibile sopravvivere con una figlia piccola.
I miei genitori non saltano fuori dalla famiglia del Mulino Bianco. Mia madre è sempre stata una donna estremamente violenta con noi figli, fisicamente e verbalmente. Depressa da sempre, sotto psicofarmaci da sempre, ha un comportamento ossessivo, aggressivo e paranoico ormai divenuto ingestibile. Non è seguita da nessun specialista perché secondo lei "i pazzi sono gli altri". Mio padre è sempre stato assente emotivamente. Succube di mia madre, vuoi anche per ignoranza socio-culturale, le ha sempre permesso di farsi e farci disintegrare l'esistenza senza mai battere ciglio. A lui interessava unicamente avere un pasto caldo al rientro da lavoro e stop.
Purtroppo il mio lavoro non mi consente indipendenza, ma mi ritrovo in una gabbia con un animale che non vede l'ora di svegliarsi e saltarmi alla gola. Lei che mi fa sentire una fallita perché non sono stata capace di tenermi un uomo, che mi critica esasperatamente dalla mattina alla sera su chi sono e che madre di merda sono, che sta lì come un gufo a contare quante volte respiro in un minuto per poi contestare persino il modo in cui lo faccio. Sto crescendo una figlia che mostra già tante debolezze, ma non riesco a trasmetterle l'amore che merita perché mi sento perennemente sopraffatta dall'angoscia, dalla tristezza, dalla voglia di non esserci più. E lei non lo merita. Non ha colpe, non è giusto che le sia capitata io come madre.
L'anno scorso ho avuto un violento attacco di panico, sono finita al PS con pulsazioni e pressione alle stelle, convinta mi stesse per esplodere il cuore... Peccato non sia successo.
Penso che togliermi di mezzo sarebbe una benedizione per tutti, me compresa che ogni volta che apro una finestra, sento l'irrefrenabile voglia di buttarmi nel vuoto per non essere più costretta a sopportare questo senso di frustrazione e dolore inimmaginabile.
Mi sembra di annegare e non so come uscirne.
Gentile Signora
da come scrive si evince che è una persona sensibile e colta, qualità che in questo momento sono sovrastate dallo sconforto per un accavallarsi si circostanze difficili. Confido in quella forza vitale che ha quettu quello che è vivo, finchè Lei possa organizzare di avere un aiuto personalizzato per un certo tempo per riprendere a camminare da sola. Vorrei farLe ricordare che, come avrà tante volte visto, anche i boccioli di un fiore reciso, senza il sostegno delle radici, della pianta, continua a svilupparsi fino ad aprirsi, con la stessa forma e lo stesso eventuale profumo. Anche Lei quindi può farcela
Oltre i servizi gratuiti ospedalieri, può rivolgersi a qualche associazione di volontariato. Non è il caso che io gliele indiche, troverà su internet quella che la prenda in cura. Sua figlia sarà orgogliosa di Lei.