buongiorno Valentina. Le separazioni tra genitori costituiscono l'esperienza forse più dolorosa sia per i bimbi sia per i genitori che si trovano da soli ad affrontare la situazione, non solo nella gestione concreta della quotidianità, ma soprattutto nella gestione della sofferenza propria e di quella dei figli. A mio avviso, la difficoltà maggiore nell'affrontare tutto il carico delle separazioni risiede proprio nel faticoso tentativo di differenziare i propri dolori da quelli dei figli. Questo tentativo è spesso reso ancor più difficoltoso o addirittura ostacolato da quegli sforzi di, tanto per fare degli esempi comuni, "mettere da parte il proprio dolore" "mettere al primo posto i bambini" "devo far di tutto per rendere sereno il più possibile il mio bambino". Questo tentativo di ignorare il proprio stato d'animo non è efficace nel lavoro di reale ascolto dell'eventuale disagio del proprio bambino, poiché l'ascolto degli stati d'animo dei bambini passa attraverso l'enorme filtro di quelle, purtroppo frequenti, ferite personali che interferiscono con la lettura delle reali emozioni dei bambini. In più, i bambini sono delle vere e proprie spugne e rispondono indiscutibilmente, con grande intensità, a ciò che anima il genitore "ferito", anche se quest'ultimo non riesce a vedere con oggettiva lucidità questa "risposta". La questione è complessa ed anche tocca le sue corde, gentile Valentina. Le consiglio vivamente di rivolgersi ad un professionista che aiuti lei, Valentina, la sostenga nelle sue sofferenze e, contemporaneamente, la aiuti a cogliere i reali stati d'animo del suo bambino, differenziandoli dai suoi. Una volta "guardato" nei suoi reali bisogni, il suo bambino si sentirà al sicuro, sicuramente sarà più facile per lei fare la mamma e trovare il modo più corretto per gestire le emozioni proprie e quelle del piccolo. Tanti auguri