La sindrome della capanna post COVID-19
In queste ultime settimane, si sente spesso parlare in TV e sui social della "sindrome della capanna". Si tratta di una sensazione di disagio, ansia e insicurezza che si manifesta quando bisogna uscire di casa dopo un lungo periodo di reclusione.
La propria casa viene percepita come luogo sicuro e protetto, al contrario del mondo esterno che è considerato minaccioso. Ci siamo abituati così tanto a restare a casa, che l'idea di uscire ci provoca disagio. Si stima che circa un milione di persone stanno vivendo questa reazione a seguito del lockdown.
Durante il periodo di isolamento, abbiamo modificato il nostro stile di vita, forse ci siamo impigriti o abbiamo smesso di prenderci cura di noi stessi. Ricominciare a uscire significa dovere riaffrontare il mondo là fuori, tenendo conto del timore del contagio, della diffidenza e del giudizio altrui. Pertanto può capitare di sentirsi insicuri o in difficoltà.
La sindrome della capanna di solito è un malessere temporaneo che si risolve spontaneamente una volta che la situazione torna alla normalità.
A marzo, la chiusura dei negozi e l'obbligo di restare a casa per tentare di contenere la diffusione del Corona Virus, sono state condizioni difficili da sopportare, ma lentamente abbiamo creato nuovi ritmi, più umani e rilassati rispetto alla vita precedente.
Questo perché la situazione ce lo imponeva e come esseri umani possediamo da sempre grandi capacità adattive che ci permettono di superare le difficoltà.
Forse, la nuova quotidianità ci piace di più, ci fa stare meglio e l'idea di rinunciarvi ci crea disagio, che in alcuni casi si può trasformare in crisi di panico. Il mio consiglio è quello di riprendere ad uscire poco per volta, concedendoci il tempo per adattarci nuovamente.
L'unica certezza che abbiamo è che prima o poi questa situazione terminerà ed è quindi legittimo in questa fase riflettere e cercare di capire quali sono le nostre sensazioni, i nostri desideri e ristabilire le nuove priorità in base a ciò che è cambiato dentro e fuori di noi in questi mesi.
Paradossalmente una pandemia è un ottimo momento per capire come e con chi desideriamo trascorrere il nostro tempo senza sprecarlo con persone o in situazioni che non ci piacciono o ci fanno soffrire.
Nelle prossime settimane, con la riapertura dei negozi e la possibilità di riprendere ad uscire, potremmo sentirci in uno stato di allerta costante o in ansia.
Questa reazione è del tutto normale, perché la situazione è ancora incerta e non sappiamo per quanto tempo le cose continueranno così.
Ansia e panico sono sensazioni fisiologiche che abbiamo tutti e non sono di per sé negative, perché svolgono una funzione protettiva, ci aiutano ad essere prudenti a riconoscere ed evitare i pericoli.
Dunque, sentirsi un po' ansiosi e agitati quando riprendiamo a uscire per dopo un lungo periodo in casa è del tutto normale.
Il problema si pone quando il malessere diventa ingestibile, ci impedisce di dormire o si trasforma in veri e propri attacchi di panico che limitano la nostra libertà. In questi casi è bene rivolgersi ad uno psicologo per chiedere un aiuto qualificato, anche tramite CONSULENZE ONLINE, perché la salute psicologica è importantissima.
psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R. - Novara - Pavia
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