Sono una delusione per tutti, cosa posso fare?
Ho 23 anni e sono iscritta all'università, sono indietro con gli studi in quanto dopo aver bocciato un esame non riesco più a darne nessun altro, appena entro nel sistema o crisi d ansia e di panico, non ho la patente perché nei due tentativi che ho avuto mi sono sempre fatta prendere dall ansia ed è sempre stato come se il mio cervello si scollegasse, comunque ho fatto un grande errore, anziché ammettere con la mia famiglia che ero indietro ho detto loro che il 15 maggio (ieri) mi sarei laureata, ovviamente ieri mattina ho dovuto dire loro la verità e da allora mia madre non mi guarda nemmeno e la capisco perché so di aver sbagliato ma allo stesso tempo non so nemmeno dire a me stessa perché l’ho fatto.
Buongiorno Lucia,
Penso che la cosa più importante per lei in questo momento sia proprio dare spazio alla sua esigenza di comprendersi, di conoscere meglio se stessa attraverso questa esperienza dolorosa. L’ansia da tanto tempo le sta proprio chiedendo questo, di fermarsi a capire meglio se stessa, di diventare più consapevole di alcuni aspetti di sé. E’ importante che lei sappia ascoltare e rispettare questa esigenza profonda di fare chiarezza dentro se stessa su alcuni nodi importanti della sua vita.
Uno spunto per riflettere viene dal titolo che ha dato a ciò che ha scritto, da esso emerge il senso di colpa per aver deluso tutti. Le sembrerà forse strano ma credo che il problema sia nato proprio dalla paura di deludere le aspettative degli altri. E’ questo timore di deludere gli altri che l’ha portata a voler dare un’immagine di sé non autentica ma corrispondente a quello che esternamente si pensa che uno studente “debba essere”.
Quando ci si lascia guidare da dei criteri esterni di giudizio, lasciando che siano essi a stabilire il senso del proprio valore, ci si sente difettosi, manchevoli, se non si corrisponde ad essi. Nel caso di un percorso universitario si può vivere un forte senso di inadeguatezza se non si corrisponde al modello “standardizzato” che prevede che gli esami e la laurea debbano essere conseguiti nei tempi prestabiliti, anche se in realtà ogni studente ha i propri tempi e il fatto che questi non corrispondano a ciò che è ritenuto lo standard non lo rende meno capace degli altri. Ogni studente infatti ha il suo percorso individuale in cui ci possono essere snodi, tappe, rallentamenti perché ci sono degli aspetti di crescita che ha bisogno di affrontare. Il problema non è dunque quello di non essere adeguati al modello ritenuto ideale, come la persona crede, ma quello di far dipendere il valore di sé da questi metri di misura esterni di giudizio, in particolare dall’esito degli esami e dai tempi in cui vengono conseguiti.
Quando l’esito di un esame viene vissuto come la sentenza che decreta il proprio valore la propria interiorità non tace il problema e cerca di impegnare la persona a riconoscerlo attraverso dei segnali come l’ansia. L’ansia è un segnale che si è fatto sentire con molta insistenza dentro di lei perché vuole sollevare la questione del suo dipendere da questi parametri di valore esterni, vuole farle prendere consapevolezza di questo aspetto di lei. E’ un aspetto su cui ha bisogno di lavorare molto perché è quella parte di lei che la mette nell’atteggiamento di costruire un’immagine di sé che non è quella autentica, rispettosa di se stessa, ma quella che vuole dare agli altri per dimostrarsi valida ai loro occhi.
Mi auguro che lei si legittimi a dare ascolto a questi segnali interiori facendo un lavoro su se stessa, un percorso di analisi, che le permetta di rispettare le tappe interiori che ha bisogno di affrontare, i nodi che ha bisogno di sciogliere, nei suoi modi, nei suoi tempi…
Laura Lopopolo
Medico Psicoterapeuta - Cremona