Confusione e delusioni ovunque
Ciao a tutti.. mi sono iscritta in questo forum perché ho bisogno di parlare con qualcuno che sia totalmente al di fuori della mia situazione e che possa darmi qualche buon consiglio..
Partiamo dal presupposto che sono una ragazza di 21 anni, ultima di due fratelli, dunque in famiglia sono sempre stata la più “coccolata” sopratutto da mia mamma, con la quale ho da sempre un bellissimo rapporto, quasi come amiche, ci siamo sempre raccontate tutto, mi è stata vicina in ogni momento della mia vita, a volte anche fin troppo.. poi, con il passare degli anni, diciamo da quando mi sono diplomata e quindi ho iniziato a lavorare, ad avere più “indipendenza” ci siamo un po’ distaccate, poi mi sono fidanzata ( non ama particolarmente il mio ragazzo ) e quindi a volte ci ritroviamo a discutere sul fatto che appunto non gli piaccia.. poi con il passare degli anni questa cosa diciamo che si è attenuata..
comunque due mesi fa, ricevo una proposta di lavoro, come commessa in un negozio abbastanza importante, ovviamente io contentissima e anche la mia famiglia, il mio ragazzo, tutti felici!
Inizia la settimana di prova, e dal primo giorno, durante la prova vengo assalita dall’ansia più totale, perché non conoscevo nessuno, perché vedevo tutte quelle ragazze super brave e ho iniziato a pensare da subito che io non sarei mai arrivata al loro livello , e soprattutto, pensavo che loro non mi sopportassero ( non so da cosa io l’abbia dedotto dato che si e no ci siamo scambiate un “ciao!”)
Dunque finendo il primo giorno, ne parlo ai miei genitori, e da lì è iniziata una guerra , mia madre era proprio arrabbiatissima, non mi voleva nemmeno guardare , perché le avevo detto che non so se me la sentivo di voler continuare dato che a primo impatto non mi piaceva ne l’ambiente ne il tipo di lavoro, mio padre è stato zitto tutta la sera.. insomma alla fine dico “ scusatemi ho avuto un attimo di panico.. ovviamente continuo la prova” ma io non ero minimamente convinta di ciò, così continuo la prova per una settimana intera, dove per altre due volte ho avuto un attacco fortissimo di panico.. perché ho cominciato a ripensare al fatto che io non fossi abbastanza, che avevo deluso i miei genitori e che queste benedette ragazze che già lavoravano là non mi sopportassero.. non parlavo a nessuno dei miei attacchi di panico, nemmeno al mio ragazzo, e neanche alla mia migliore amica, perché avevo deciso di “ignorare “ problema, fare finta che non stavo davvero così male, e provare seriamente a stringere i denti.
Finita la settimana speravo veramente tanto che la responsabile mi dicesse “ hai finito la prova, non ti prendiamo “ ed invece? Mi chiede di fare un’altra settimana.. mi sono sentita morire dentro, perché io non stavo per niente bene, da un lato avevo la mia famiglia, il mio ragazzo che si erano creati un sacco di aspettative su questa situazione e dall altro c’ero io.. che stavo malissimo.. non avevo nemmeno voglia di alzarmi la mattina..
Faccio la seconda settimana, arrivata al penultimo giorno, che succede? Mentre stavo lavorando, sono svenuta di colpo, non ho capito proprio un tubo, quando mi sono risvegliata c’erano alcune colleghe che sbuffavano, alcune ridacchiavano, e altre preoccupate per me.. allora dopo questo episodio capisco che ero arrivata al limite della sopportazione, non c’è la facevo più, così comunico la scelta ai miei genitori, e gli dico che non ho più intenzione di andare là, l’hanno presa peggio della prima volta, mi hanno iniziato a gridare contro, dicendomi che sono un totale fallimento, e che ad oggi il lavoro serve (io ho sempre fatto di tutto, cameriera, barista, commessa (si sembrerà assurdo ) receptionist, baby sitter, insomma.. ma non mi era mai capitato dico mai una cosa del genere) siamo stati per quasi un mese senza parlarci.. e con il mio ragazzo andava proprio male.. dopodiché la situazione diciamo che si era ristabilita.. avevo ripreso i rapporti con i miei, e con il mio ragazzo.. poi.. settimana scorsa è ricominciato l’incubo, mia madre presa dalle sue cose e dal suo nervosismo ha ricominciato a gridarmi in faccia quanto l’avessi delusa e quanto io sia solo una nullità..
da quando ho finito quella maledetta prova, il rapporto tra me e lei è totalmente cambiato.. prima era molto più attaccata a me, adesso sì parliamo, scherziamo .. ma sembra tutto molto forzato.. perché ha visto quanto io sia stata male ultimamente.. mio padre diciamo che cerca di mettere la buona, ma nei suoi occhi ormai leggo solo ed esclusivamente delusione e tristezza per colpa mia..
adesso non so più che fare.. quando capita che sto a casa, perché magari quel giorno non lavoro o non ho commissioni, mi sento di troppo.. mi sento inutile e un peso per loro..
Mi attacco ad ogni dettaglio.. se mia mamma mi guarda un po’ triste.. se mio papà sospira.. e sopratutto da quel momento c’è molto silenzio in casa mia.. so che loro hanno comunque altri pensieri e altri problemi, ma mi sento io il loro problema principale.. non so più cosa fare per far tornare tutto alla normalità .. e sopratutto ho “ paura “ che mia mamma possa ricominciare di nuovo a dirmi quelle cose.. che per me sono uguali a delle pugnalate al cuore.. ho bisogno di consigli.. aiutatemi
Marta credo di capire tutta l' angoscia che puoi provare dinnanzi a tante aspettative anzi pretese, direi. Quando richieste di questo tipo, peraltro nemmeno troppo velate, ci vengono da persone significative quali un genitore è difficile essere lucidi, si è nel mezzo di debiti di lealtà nei confronti di persone che amiamo e che ci hanno dato ' tanto'. Non sei libera di essere te stessa e di sperimentare chi sei, chi potrai essere se non al prezzo di deludere chi ti ha messo al mondo e questo è insostenibile, perché ti senti combattuta tra una necessità sana e naturale, crescere, individuarti e diventare autinoma e soddisfare i ' bisogni ' dei tuoi genitori. I sintomi sono la tua unica risposta, al momento, possibile. Il lato positivo è che Non sono situazioni rare, queste sai? Ci sarebbe solo bisogno che qualcuno, un professionista, ti affiaccanse per un po', per permetterti di ' leggere' più chiaramente e dall'esterno queste dinamiche familiari in cui sei invischiata e per individuare soluzioni più funzionali degli attacchi di panico come risposta a tali conflitti.
Mi piacerebbe per aiutarti, se volessi, fare una chiacchierata più approfondita a quattr' occhi visto che sei di Palermo sarebbe abbastanza semplice. Il primo colloquio è gratuito e non ti vincola a proseguire gli incontri se non volessi o potessi.
Aspetto tue