Bipolarismo e relazioni interpersonali
Salve,
Vi scrivo, perché non so più dove sbattere la testa. La mamma del mio ragazzo soffre di bipolarismo da praticamente sempre, ma la sua situazione si è aggravata negli ultimi 10 anni.
A seguito di una sua crisi molto forte, questa estate, in cui ha aggredito il marito fisicamente, anche le cose tra il mio fidanzato e me, hanno iniziato ad incrinarsi e gli stessi identici problemi si erano presentati lo scorso anno, nello stesso periodo.
So che le persone affette da bipolarismo hanno delle fasi "cicliche" di up e down, e mi sembra che le "crisi esistenziali", che affliggono il mio fidanzato accadano in corrispondenza di quelle della madre.
Quello che volevo chiedere è: c'è una possibilità che anche lui possa sviluppare questo disturbo? Come posso eventualmente riconoscerlo? E' possibile che la situazione in casa riesca ad influenzare così tanto il nostro rapporto? Ho provato a suggerirgli un percorso di psicoterapia (io stessa ne ho seguito uno a seguito di un grave lutto e pensavo potesse aiutarlo), ma non vuole sentirne parlare. Ora è chiuso in se stesso e ha allontanato sia me che gli amici dalla sua vita.
Parlando con questi ultimi, mi confermano che lui soffre molto di questo e che isolarsi è il suo modo per affrontare la cosa. Come posso comportarmi in questa situazione? E' un problema che fa soffrire anche me, perché ci sentiamo tutti i giorni, ma non ci vediamo ormai da due mesi.
Vi ringrazio in anticipo e spero di aver spiegato in maniera chiara il problema.
Buongiorno Francesca, la diagnosi di bipolarismo non è difficile da gestire sotto l'aspetto medico poichè ci sono dei farmaci molto efficaci, vanno però effettuati controlli periodici molto ravvicinati (3/6 mesi)!! Ritengo, inoltre, che occorra anche un sostegno psicologico con frequentazioni inizialmente settimanali che nel tempo possono essere diluite.
Per quanto riguarda l'atteggiamento sintomatico del Suo ragazzo, non è facile poter dedurre se anche per lui può trattarsi di sindrome bipolare; per saperne di più credo che, invece di consigliargli direttamente uno psicologo, dovrebbe chiedere una visita al proprio medico curante per un'eventuale visita neurologica (di solito questa visita viene accettata meglio di quella psichiatrica/psicologica). Il fatto che rifiuti lo psicologo è perchè forse anche lui ha dei timori e quindi oppone resistenza a qualsiasi tipo di diagnosi. Tuttavia non è detto che le 'crisi esistenziali' ed il comportamento di isolarsi denotino lo stesso disturbo materno! Potrebbe trattarsi di semplice fragilità caratteriale/emotiva il cui approccio psicoterapeutico, in effetti potrebbe essere molto utile. Con i miei migliori auguri La saluto cordialmente