Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

Attaccamento morboso ad ex cognato

Gentilissimi,
due mesi fa è deceduto il fratello dell'uomo che sto frequentando da qualche mese: ha avuto un brutto incidente stradale, morendo tra le braccia del fratello. E' stato uno shock per tutti, amici compresi e me, naturalmente, molto sensibile per natura come moltissime donne.
Quest'uomo era legato da due anni sentimentalmente ad una ragazza più giovane di lui, convivevano e avevano tutte le intenzioni di metter su famiglia. Io sono stata sempre presente, facendo attenzione a non oltrepassare il limite tra invadenza e affetto, e lui, dopo qualche settimana è cambiato, dicendo che si sente vuoto, che non ha più stimoli e che non è giusto che io stia soffrendo per lui e che devo pensare a me. Io, dopo due settimane di silenzio, sono stata a trovarlo e gli ho detto che alla fine del tunnel, insieme alla luce, ci sarò anch'io, perché adesso sto bene e lui deve pensare ad elaborare il lutto in maniera giusta.
Tuttavia, ciò che mi preoccupa è la sua ormai ex cognata, che lo assilla, lo chiama ogni sera e lui, forse per l'amore verso il fratello, si sente in dovere di proteggerla e non se la sente di lasciarla sola anche perché questa giovane ha avuto un'infanzia spiacevole e abbastanza violenta. Io le sono stata molto vicino, chiamandola e mostrandole il mio affetto che neanche i suoi amici intimi le hanno serbato. Io, che mi sono scoperta molto comprensiva e sopratutto paziente, mi sono fatta alcune domande su questo rapporto, che trovo un po' morboso, da parte di lei. Lui è l'anello debole, mi dice che io e questa ragazza siamo capitate in questa disgrazia e non è colpa nostra perché siamo giovani e abbiamo una vita davanti e che lei non deve stare sola. Lui dice che le voleva bene prima, e adesso che è stata colpita da questo terribile lutto, le vuole bene ancora di più. E' protettivo e non ne è innamorato, siamo stati insieme intimamente qualche giorno fa ma mentre ci abbracciavamo lui messaggiava con lei perché lei insisteva.
Tuttavia, sto notando quasi che a lui dia un po' fastidio il fatto che lei lo assilli, tipo "Ciao, che fai? Ho finito di lavorare, sto senza macchina", costringendolo a stare con lei e qualche amico. Inoltre, lei si è accorta dei miei sentimenti verso di lui e ogni volta che loro due sono insieme, quando le scrivo, lei non visualizza i miei messaggi, come a farlo di proposito. Insomma, noto che non è sincera, mi ha detto che se lui mi allontana non devo insistere, che sono una ragazza d'oro ma che non posso colpevolizzarmi se non scatta nulla tra me e lui. E' una brava ragazza, molto dolce però il mio istinto mi ha dato qualche avviso. Sbaglio?
Lei ancora sogna di avere una cognata...insomma, credo che anche lei abbia bisogno di uno psicologo. E' come se vedesse in lui il fidanzato, anche se i fratelli non somigliavano...ho paura, temo che lei lo allontani da me, forse scatta qualcosa nella mente di chi perde in quel modo un compagno/fidanzato. Vorrei avvisarlo. Non conosco i meccanismi, spero che possiate aiutarmi.
Infine, come mai l’intesa sessuale e chimica tra noi è sempre molto alta? C’entra qualcosa il binomio “Eros/Morte”? Grazie mille

Sara l'elaborazione del lutto è un percorso complesso e piuttosto lungo. Nel tuo caso mi sembra sia anche un po' troppo 'affollato/'collettivo'. Senza dubbio il tuo compagno ha necessità di fare questa elaborazione in tranquillità ma mi sembra di capire che sta occupandosi anche del dolore della sua ex cognata. Tu sei in mezzo e cerchi di mediare!! Che fatica!! Ritengo che tu devi aiutarlo a capire qual è l'obiettivo che vuole raggiungere con la sua ex cognata. Affermi che lei ha avuto "un' infanzia spiacevole e piuttosto violenta". Molto probabilmente in questo momento  la sofferenza del lutto è appesantita da un forte vissuto di abbandono che probabilmente ha origini antiche e che non riesce a gestire con modalità adeguate. E' proprio  per questo motivo che secondo me l'unico vero aiuto che si possa dare a questa ragazza è di invitarla ad intraprendere un percorso psicoterapeutico. Volersi aiutare l'uno con l'altro in questo tipo di dolore (sindrome 'io ti salverò') spesso non risolve la sofferenza anzi può peggiorarla, confonderla e protrararla per più tempo. Ti consiglio di parlare apertamente con il tuo compagno e magari invitarlo ad una consultazione con un professionista psicologo-sistemico che possa fornire a voi tre delle indicazioni valide e costruttive. Con i miei auguri saluto cordialmente.