Dott.ssa Laura Tienforti

Dott.ssa Laura Tienforti

Psicologo, Psicoterapeuta

Persona bipolare in amore

Salve a tutti. Sono fidanzata da poco più di un anno con un ragazzo bipolare. Ho saputo del suo disturbo dopo sette mesi di fidanzamento. Come l'ho saputo? Da mia madre! Vedevo che era un po' strana e quando ha deciso di parlarmi ho capito che erano mesi che lo sapeva! Il mio ragazzo ha perso il padre dopo tre mesi che eravamo insieme e dato che le nostre mamme sono entrambe infermiere si conoscono di vista. Ai funerali c'era una collega di mia madre (ex collega della madre del mio ragazzo) che le ha detto testuali parole "povero ragazzo, si nota che fa uso di antipsicotici". A queste parole mia madre si è preoccupata e ha cercato di capire qualcosa prima di mettermi a conoscenza dei fatti! Facendola breve, quando mia madre mi ha parlato..mi sono sentita morire! Avevo notato qualcosa perché alcune sere, mentre ero con il mio ragazzo, notai il rumore del blister di pillole e, subito dopo, dell'acqua nel bicchiere! Alla domanda "cosa hai preso?" Lui mi ha sempre risposto "niente", "volevo prendere una gomma" (risposta che mi ha allarmata) e una volta si arrabbiò tantissimo dicendo che non erano fatti miei! Dopo del tempo, sono stata io a trovare una sua documentazione sulla quale era scritto che dopo un ricovero di quasi un mese nel reparto di salute mentale, gli è stato diagnosticato il Disturbo Bipolare, tutto questo accompagnato dalla parola "Maniacale"! Stavo morendo! Sono stata malissimo! Mi sono data forza e ho cercato di contattare qualche esperto. Mi hanno detto che non è facile convivere con persone affette da questo disturbo, mi hanno detto che a 21 è presto per capire se si è pronti o meno per una realtà di questo genere, mi hanno anche detto che è probabile che io mi ammali sopportando tutto quello che sto sopportando. In seguito, dopo un unteriore forte litigio, è stato lui a parlarmi di questa cosa senza mai nominare la parola disturbo, ma dicendo che era stato portato in ospedale con un'altra scusa e che poi lo hanno chiuso a chiave in una camera in psichiatria! Mi ha detto che lui non si vedeva adatto per quel reparto e che non capiva per quale motivo i suoi parenti lo avevano chiuso li..mi ha fatto una tenerezza.. Voglio precisare che si cura, che fa terapia, manca un'esame alla sua laurea, frequenta l'accademia britannica ed è stato un mese a Londra per perfezionare il suo inglese. A volte mi soprende la sua intelligenza, altre volte sembra una persona così chiusa e perfida! Certo, questo anno di fidanzamento non è tutto da buttare ma è inevitabile che io pensi a quando ha alzato le mani (non con l'intenzione di picchiarmi, ma, voleva strapparmi via un bracciale che mi aveva regalato) o quando mi ha buttato fuori dalla macchina, oppure quando mi ha urlato, davanti gli occhi della mamma, che io nonavrei dovuto avere a che fare con la loro famiglia perché immeritevole... non è mia intenzione, assolutamente, fare la vittima, vorrei solo esprimere ciò che provo! Più di 15 giorni fa mi sono allontanata da lui perché l'ha fatta grossa, per un'intera mattinata mi ha fatta piangere per un motivo per me futile (mi sono svegliata e non ho portato con me il cellulare in cucina mentre ero a fare cilazione), è arrivato a farmi credere di essere pazza..forse sono io a sbagliare... fatto sta che dopo molto tempo, ci siamo rivisti qualche giorno fa, mi ha detto che questi giorni senza me, per lui, sono stati come una prigione, ha scontato la sua pena e continuerà a farlo, però ha capito che non vuole perdermi e che non sbaglierà più! Non so cosa fare, non so che scelta prendere, una parte di me spera e vorrebbe tornare da lui, l'altra parte ha paura..paura non solo di litigare di nuovo, ma paura in una sua reazione esagerata! Non so con chi parlarne, con chi sfogarmi, non avendo uno stipendio non posso permettermi sedute da uno psicoterapeuta!

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Cara Manuela, non so se sei già completamente informata di cosa sia il disturbo bipolare ma ritengo utile fornirti qualche sintetica delucidazione in merito. Il disturbo bipolare è un serio disturbo dell’umore anche conosciuto come ‘malattia (o psicosi) maniaco depressiva’. E’ caratterizzato dall’instabilità inconsueta del tono dell’umore e dei rapporti interpersonali dell’individuo che ne è affetto. Vi è un’alternanza di alcune fasi: 1) ‘stato maniacale’’ in cui il soggetto è euforico/irritabile, con eccessiva produzione delle idee e iperattività motoria; 2) ‘stato depressivo’ in cui è tutto rallentato: umore improntato a tristezza, rallentamento delle idee e scarsissima forza e voglia di movimento. Tra una fase e l’altra ci possono essere dei periodi in cui vi è il recupero del normale funzionamento della persona. La terapia farmacologica (soprattutto litio associato con benzodiazepine ed altro) costituisce il principale trattamento sia nelle fasi acute che nel periodo di mantenimento. Anche la psicoterapia (cognitivo-comportamentale) può svolgere una notevole funzione di sostegno ed orientamento. E’ molto importante che la persona affetta da tale disturbo sia resa consapevole di che cosa comporta tale malattia, il significato dell’assunzione dei farmaci e conoscere i prodromi che possono preannunciare una nuova fase acuta. Ora venendo alla tua richiesta: non sai quale scelta fare, tornare da lui ma ti senti frenata dalla paura, ti confermo che la tua è una scelta molto difficile e ti sta creando tanta ansia e sofferenza. Io ti consiglio questo: senti prima di tutto il tuo cuore ma nel contempo usa la testa! Devi analizzarti ed interrogarti nel profondo della tua affettività per capire quanto e fino a che punto ti senti legata a lui (anche al di là dell’esistenza del disturbo) e cerca di non bleffare con te stessa! Stai molto attenta a non farti sopraffare dalla sindrome di ‘Io ti salverò’. Se rimani con lui devi avere ben chiaro che la strada è piuttosto impervia (almeno per ora) e soprattutto devi essere sicura del tuo amore per lui!! Sei hai dei dubbi su questo, rifletti più a lungo, prenditi più tempo per analizzarti e capire meglio! Dopo che ti sei chiarita con te stessa, se la scelta è quella di rimanere, la prima cosa da fare è parlare con lui e chiedergli che - se veramente cercherà di non sbagliare più - forse è il caso che ti renda completamente edotta della sua malattia della quale potrete parlarne ed insieme affrontarla. Comunque, qualsiasi sia la tua decisione, sappi che hai tutto il diritto di scegliere il meglio per te e per il tuo futuro. A disposizione per ulteriore consulenza ti lascio i miei migliori auguri e ti saluto cordialmente.