Morte di mia madre
Vi scrivo perché sono affranta e disperata per la morte improvvisa e assurda di mia madre. Io non ho più il papà ( i miei genitori erano separati e mio padre è morto sei anni fa per un tumore, io vivevo con la mamma).Tutto è successo all'improvviso per una polmonite interstiziale non da covid ma causata da qualche altro agente patogeno. Mia mamma aveva 69anni, fumava da circa cinquant'anni e premetto che era vaccinata con tutte e tre le dosi del vaccino anti covid. Da qualche giorno era raffreddata ed espettorava muchi, non ha avuto mai febbre e ho attribuito la causa al solito raffreddore stagionale unito alla sua bronchite cronica da fumo. Una notte non riusciva a respirare e così l'ho portata di corsa in ospedale: li le hanno diagnosticato un valore di emoglobina basso tanto da dover ricorrere alle trasfusioni. I medici mi hanno detto che dopo la trasfusione avrebbero indagato sulla causa del sanguinamento e formulato una diagnosi. La questione polmonare è stata tralasciata e mi hanno detto che respirava male a causa della bronchite cronica e di un piccolo focolaio polmonare. Durante la degenza le cose sono precipitate, e proprio quando i medici hanno deciso di sottoporla ad una tac lei è morta per un arresto cardiocircolatorio. Dalla tac è emersa una brutta polmonite interstiziale. Nei giorni di degenza mia mamma non è stata mai portata in terapia intensiva, non le hanno mai dato un supporto ventilatorio ed è stata lasciata lì con un'insufficienza respiratoria che si aggravava giorno dopo giorno. Io sono schiacciata dai forti sensi di colpa: penso che se avessi capito la situazione prima e portato subito mia madre in ospedale, forse ora sarebbe ancora viva. Sono un'infermiera e non mi sento più degna di svolgere il mio lavoro.
Gentile Anna Pia,
Le sono vicina e comprendo il Suo dolore per la perdita di Sua madre, che è stata il Suo principale punto di riferimento. Immagino che entrambe, vivendo l'una senza marito e l'altra senza il papà, vi siate profondamente legate tra voi e che Lei tutto avrebbe fatto per avere Sua madre ancora con sé, avvalendosi anche delle Sue conoscenza ed esperienza da infermiera.
La inviterei a valutare il positivo di quanto ha fatto per Sua madre, quanto e forse anche più che per un altro paziente: l'ha affidata a professionisti, medici, di un ospedale per fare sì che ricevesse le cure necessarie per le sue problematiche; si è presa cura di lei. Anche i medici hanno agito secondo quanto hanno ritenuto opportuno in quel momento. Questo purtroppo non è bastato perché Sua madre continuasse a vivere. Forse arrivando prima si sarebbe risolto, o forse no. Ma in mezzo c'è invece tutta la dedizione che Lei per prima ha messo in gioco per il bene di Sua madre.
La invito ad un percorso con una/o psicologa/o psicoterapeuta, di indirizzo cognitivo-cistruttivista, per aiutarla nell'elaborazione del lutto e costruire insieme il senso del Suo vivere oggi nel ricordo del bello e del bene della relazione con Sua madre che conserva dentro sé.
Le auguro ogni bene
drssa Chiara Lecca