Buongiorno Laura, le suggerirei di parlare con sua figlia con un pò di calma, per comprendere meglio cosa sia accaduto e cosa l'abbia infastidita così tanto. Ovviamente qualunque cosa l'abbia turbata, fosse anche solo un abbraccio, merita una certa attenzione da parte sua. Valuti però molto attentamente e con lucidità la possibilità di esporre denuncia, dal momento che si tratta di un iter lungo in ambito penale, che può essere molto stressante per sua figlia. Infatti sarebbe chiamata a testimoniare in tribunale, ascoltata da giudice, dal CTU e non solo. Anche se queste indagini solitamente sono condotte con l'aiuto di nostri colleghi psicologi (che in quel caso sono denominati CTU appunto) anche molto capaci, risultano pur sempre molto pesanti da affrontare per i minorenni che ci si trovano coinvolti. Ovviamente sta a lei decidere come agire, ma la invito caldamente a valutare senza leggerezza tale possibilità, e forse anche in relazione a ciò che è effettivamente accaduto. Talvolta il rimedio può risultare peggiore del danno stesso! Se sua figlia parla di atteggiamenti fastidiosi da parte dell'allenatore, forse varrebbe la pena di comprendere meglio cosa accade e come mai lei afferma ciò. Dopo aver capito da cosa deriva tale fastidio o turbamento, lei potrebbe anche decidere di ritirarla semplicemente dalla piscina, di cambiare palestra, di andare a parlare con l'istruttore, eventualmente di segnalarlo ad un suo superiore, di confrontarsi con altre mamme o altro. Le consiglio inoltre di farsi aiutare a decidere e a gestire la situazione da qualcuno emotivamente meno coinvolto di lei. Si rivolga ad un professionista (psicologo ad esempio) che l'aiuti a comprendere meglio come comportarsi, ma può anche decidere si frasi aiutare da un parente o un amico fidato, magari che abbia confidenza con sua figlia. L'importante, per il bene della bambina, è non fare passi azzardati che l'espongano eccessivamente.