Perché non mi sento mai me stesso
Salve è da tempo che vivo una situazione di disagio, conosco i vari motivi che mi hanno portato a questo in realtà. Il mio è più uno sfogo e mi aiuterebbe ricevere dei consigli da gente che ha sicuramente più esperienza e conosce le dinamiche del pensiero meglio di me. Vivo a Napoli ho 27 anni, credo che i primi pensieri negativi siano iniziati quando ho iniziato a lavorare (per necessità economiche ) all età di 15 anni come fabbro, mio padre mi propose di aiutarlo e da allora iniziai, sacrificando il mio tempo libero a differenza di tutti i miei amici che vedevo divertirsi e che hanno portato a termine gli studi riuscendo poi (per alcuni) a lavorare nel loro campo preferito, quindi riuscendo nel loro obiettivo. Ricordo che dopo qualche mese iniziavo a sentirmi solo perché mi ritrovavo sempre in ambienti con persone adulte, nn vedevo mai ragazzi della mia età, la sera spesso ero stanco e non riuscivo ad uscire preferivo dormire presto per poi andare a lavoro il giorno dopo, e mi domandavo se stessi facendo la cosa giusta, ma con questa domanda in testa sono passati anni, facendo un lavoro che tutto sommato non mi appassionava e stando sempre per la maggior parte con mio padre e spesso morivo dalla noia. Ad oggi la situazione non è cambiata, il lavoro a Napoli non e facile da trovare, spesso è sottopagato e alla fine mi ritrovo sempre a lavorare con mio padre, il che a 27 anni non mi fa sentire indipendente. Oltre a questa situazione un'altra problematica è legata alla relazione che ho con una ragazza da ormai 8 anni. Quando ci siamo conosciuti io avevo 18 anni lei ne aveva 17, stavamo bene insieme ma dp circa 2 anni io sentivo la necessità di dover fare altre esperienze anche perché lei aveva avuto più relazioni di me e questo mi faceva sentire inferiore, ma allo stesso tempo non volevo perderla, quindi ci lasciavamo e tornavamo insieme spesso e anche lei ne soffriva molto, ho vissuto un periodo di forte confusione per dover far fronte alle 2 situazioni che non andavano, fin quando non ho deciso a 22 anni di partire per l estero e cercare di cambiare tutto. Sono stato a Francoforte per 10 mesi lavorando in un ristorante italiano, ma anche qui nonostante abbia fatto belle esperienze e nuove amicizie non riuscivo a vivere serenamente, e quando mi capitava di vederla divertirsi con gli amici tramite social mi sentivo molto male. Così decisi di tornare perché alla fine sentivo che non era giusto stare lontano dalla famiglia e gli amici, al mio ritorno mi sentivo fuori luogo e avevo difficoltà al legare di nuovo con le persone, lei aveva avuto diversi ragazzi intorno e qst mi ha provocato una grande rabbia che ho represso dentro senza saper come liberarmene, nonostante tutto non riuscivo a non stare con lei anche perché era la persona a me più vicina che mi conosceva meglio. C è da dire che la cosa che mi ha sempre fatto soffrire con lei è il suo lavoro, lei fa l estetista ma anche la massaggiatrice, ed è successo che ha fatto un massaggio ad un nostro amico che provava attrazione per lei, sono tornato con lei nonostante varie cose che mi hanno fatto soffrire tantissimo. Lei da pochi mesi é andata ad abitare a Bologna dove lavora il padre, e io dovrei trasferirmi ma non me la sento, anche se potrebbe dare una svolta alla mia vita. Spesso litighiamo perché riaffiorano brutti ricordi del passato e per questo sono in un continuo stato d ansia di tristezza e rabbia. Questa è la situazione generale dal quale credo scaturisce il mio malessere ovviamente ci sarebbero molti altri dettagli da spiegare, ma credo di aver scritto già troppo. Sono curioso di sapere cosa ne pensiate e che consigli possiate darmi, ringrazio chiunque spenda il proprio tempo per leggere la mia storia
Buongiorno
Io le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia, giacché, da come scrive e da quello che ha raccontato, mi pare che abbia delle buone capacità introspettive.
Ci pensi, potrebbe essere importante soffermarsi su questi aspetti di sé.
Più che partite, cambiare luogo, come ha gia provato a fare, potrebbe pensare di fermarsi, di riflettere sulle motivazioni più profonde che le danno la sensazione di malessere.