Quando si mette in macchina inizia ad agitarsi
Buon pomeriggio, scrivo perchè ho un pensiero costante che non mi da pace, è un problema che ha il mio moroso, da quasi due anni che stiamo insieme, lui non riesce ad allontanarsi da ravenna ancora da prima che ci conoscessimo...dice che è dovuto ad una serie di fatti che ha vissuto in casa, che gli hanno dato forti stress..e nel tempo gli si è manifestato in questa maniera: quando si mette in macchina, sia che guidi lui che guidi un'altra persona...ad un certo punto inizia ad agitarsi, sta male..e deve tornare verso casa...a ravenna..(e pensare che una volta girava moltissimo, lavorava anche in varie città d'Italia, nei locali, faceva sfilate a milano ecc..).il suo è un grande blocco psicologico, non so come aiutarlo, lo faccio parlare, cerco di fargli ricordare ciò che ha vissuto, cosa possa averlo bloccato, ma non serve molto...dice che ha bisogno di tempo, gli passerà..ma sono anni che ha questo problema...da solo son sicura che non riesce..ed io non so cosa fare...
Gentile Jennifer,
da ciò che lei racconta sembra trattarsi di una forma di agorafobia, se le crisi di panico assalgono il suo ragazzo ogniqualvolta egli sale in auto e non in altre situazioni. Mi spiego meglio: gli attacchi di panico non sono mai patognomonici di una e una sola causa o psicopatologia. La causa potrebbe essere legata ad un'intensa paura pregressa legata all'uso, attivo o passivo, dell'automobile, ma più spesso la causa è inconscia, anche ben lontana dall'oggetto fobico in sè e per sè. Essendo inconscia, può risultare difficilmente identificabile dal soggetto stesso come a lei, Jennifer. Non basta farvi luce esortandolo a parlargliene, purtroppo, tant'è che il problema non è stato risolto neppure in un tempo così lungo. Gli aspetti razionali, mi passerà, vedrai, ho bisogno di qualche tempo ancora, manifestano soltanto l'estremo disagio del soggetto vittima di tali attacchi. In quanto vittima che si sente impotente a contrastarli direi che è addirittura inopportuna la sua sollecitudine, per quanto sicuramente amorevole, a tentare di venirne a capo da solo. Necessita la consultazione di uno psicoterapeuta, il solo tecnicamente in grado di "far parlare il di lui inconscio". Data la vicinanza logistica, se ne ha piacere, lo accompagni a consultazione da me. Se non altro ciò potrebbe essergli utile a rafforzareil di lui desiderio di sconfiggere una volta per tutte il proprio disagio e, perchè no, a vincere nel contempo eventuali remore nei confronti degli "strizzacervelli" e affini.