Dott.ssa Lorena Ferrero

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Dott.ssa Lorena Ferrero

psicologo, psicoterapeuta, sessuologo

Come strutturare la propria autostima: i passaggi fondamentali

La parola autostima deriva dal termine "stima": la valutazione e l'apprezzamento di noi stessi e degli altri.

L'autostima è un processo soggettivo, non stabile nel tempo, ma dinamico e mutevole, che conduce a valutarci ed a giudicarci mediante l'approvazione del nostro valore personale, basata su autopercezioni.

Il nostro senso di autostima deriva da diverse componenti/dimensioni:

·         elementi cognitivi, ovvero la conoscenza di noi stessi e di situazioni vissute;

·         elementi affettivi che vanno ad influenzare la nostra sensibilità nel provare e ricevere affetti e sentimenti, attraverso le relazioni interpersonali;

·         elementi sociali, legati all'appartenenza a dei gruppi e la possibilità di influenzare i gruppi, di ricevere approvazione o meno dai componenti degli stessi.

William James definisce l'autostima come rapporto tra sé percepito e sé ideale: il primo è la considerazione che elaboriamo su di noi in base alle caratteristiche che sono presenti o assenti nella nostra vita, il sé ideale è invece come vorremmo essere ed il modello di vita a cui aspiriamo.

L’autostima è uno schema cognitivo, uno stile di pensiero che si apprende fin dall’infanzia interagendo con gli altri e con l’ambiente. Per esempio: se il Sé ideale, cioè l’idea di come ci piacerebbe essere, è troppo esagerata rispetto al Sé reale, cioè quello che realmente siamo o percepiamo di essere, ne usciamo sconfitti con una bassa autostima.

Secondo James percepiamo bassa autostima nel momento in cui il nostro sé percepito non riesce a raggiungere il livello del sé ideale e quanto più grande è la discrepanza tra i due, tanto più nasce in noi insoddisfazione (nel caso in cui il sé percepito sia di gran lunga minore) e alto senso di potere e successo (quando il sé percepito supera di molto il sé ideale).

Si può arrivare a dire che secondo lo studioso il senso di autostima deriva dal rapporto tra successo e aspettative, infatti senza dubbio la maggior parte dei fattori che va a condizionare la creazione del personale livello di autostima discende dai risultati/esiti delle prove che siamo chiamati ad affrontare quotidianamente nella vita.

L’autostima comprende: la consapevolezza del proprio valore, la soddisfazione di noi stessi e la fiducia nella nostra capacità di svolgere un determinato compito. Stimare noi stessi significa essere capaci di assumersi responsabilità nei confronti degli altri e non mettere in discussione la nostra importanza. Rispettare noi stessi, i nostri bisogni, emozioni, potenzialità, ci aiuta a creare un rapporto costruttivo con gli altri. Quando questo rispetto manca (bassa autostima), viene profondamente condizionato anche il rapporto con gli altri.
Con una bassa autostima sperimentiamo una scarsa fiducia in noi stessi e nel mondo, una difficoltà ad ascoltarci ed individuare obiettivi realistici e coerenti con le nostre aspirazioni, la tendenza a dipendere dagli altri per ciò che riguarda la definizione del nostro valore personale e delle capacità, una continua ricerca del consenso altrui, un fragile spirito di iniziativa ed una scarsa disponibilità a metterci in gioco, la tendenza a reagire impulsivamente, un debole progetto di vita personale, una possibile vulnerabilità ai disturbi d’ansia, uno stile passivo di comportamento. I suddetti elementi inoltre contribuiscono a mantenere un basso livello di autostima.
Al contrario con un’autostima eccessiva siamo orgogliosi, estremamente testardi e sicura di noi e, come conseguenza, incapace di vedere i nostri errori e i comportamenti alternativi, in questo caso parliamo di autostima ipertrofica. Nei casi estremi è presente presunzione, disprezzo per l’altro, superiorità, che caratterizzano il disturbo narcisistico di personalità. Talvolta mascheriamo la bassa autostima (tentando di compensarla) da atteggiamenti arroganti, sprezzanti e altezzosi. Vivere un con una bassa autostima è spesso un’intensa sofferenza: sono presenti indecisione, insicurezza, dipendenza affettiva, a volte si manifestano sintomi dei disturbi dell’alimentazione, dell’umore o d’ansia. Nei casi estremi di bassa autostima si manifestano disturbi di personalità, come il disturbo dipendente. Migliorare l’autostima è fondamentale per il nostro benessere psico-sociale. La psicoterapia cognitiva aiuta a lavorare sugli ostacoli allo sviluppo e al mantenimento di un livello realistico di autostima: pensieri disfunzionali, paure irrazionali e stile comunicativo inefficace. Le paure irrazionali (ad es. “Ferirò qualcuno”, “Non voglio causare problemi”, “Gli altri mi rifiuteranno se mostrerò la mia rabbia”) abbassano il livello di autostima e influiscono negativamente sullo stile relazionale che diventa passivo. Accumulando frustrazione e insoddisfazione per il non raggiungimento degli obiettivi desiderati, alimentiamo la bassa autostima, favorendo una manifestazione impulsiva di rabbia con modalità relazionali aggressive. Tali comportamenti sono disfunzionali all’obiettivo di sviluppare rapporti chiari, assertivi ed utili a raggiungere i nostri scopi personali.

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