Disturbi psicosomatici: citazioni dei pazienti
Disturbi psicosomatici
Il termine psicosomatico deriva dal greco: psiche (anima) e soma (corpo) e indica un assieme, un’unione tra l’anima nel corpo e il corpo con all’interno l’anima.
Un corpo “costretto” da un’anima inascoltata ad esprimere il malessere, a farsi carico, ad essere luogo di
rappresentazione dell’istanza d’ascolto dell’anima, nel corpo o con il corpo.
La roccia
Roberto: mi sono sempre percepito come una persona forte, con principi ferrei, sicuro di me. Questa certezza mi ha sempre accompagnato, rocciosa, corposa. Poi la roccia, l’uomo tutto d’un pezzo ha cominciato a sgretolarsi, la rigidità silente che si fa sentire e la schiena che si blocca in una posizione ricurva, in avanti Inusuale per me, la posizione familiare è sempre stata quella dritta, da militare, fiera, da persona forte. Se provo a raddrizzarmi provo dolore, un dolore lancinante che mi obbliga in quella posizione. Consulto dei specialisti e curano la schiena che nonostante le cure rimane arroccata sulla sua posizione. Un timido accenno: potrebbe essere un problema psicosomatico mi crea caos poi speranza, curiosità Ora sto scoprendo una dimensione che non conoscevo, qualcosa è cambiato in me e dentro di me. Mi sento più morbido, possibilista, aperto. Da inflessibile, rigido ora mi sento flessibile e la schiena con me.
L’anima ardente
Luca: non avrei mai pensato che dentro di me si trovasse un Luca passionale, che esistesse in me un’anima ardente. Mi sono sempre considerato e manifestato freddo, razionale, di testa … poi quella parte non considerata, avvilita e calpestata si è ribellata, ha manifestato il suo diritto ad uno spazio. Ho trovato con mia sorpresa un Luca ardente che pensavo non mi appartenesse, sempre rinnegato: non era da Luca essere ardente e passionale, il Luca era freddo, privo di passione, poi … l’orticaria mi ha svelato e fatto emergere l’inascoltato.
Il cacasotto
Andrea: ho da sempre negato di aver paura, anzi davo agli altri l’impressione di essere una persona forte, sicura, senza paura. Poi le diarree sono venute a disturbare l’immagine affidabile e conosciuta: La tacitavo con le cure, i farmaci e loro si ripresentavano e con loro la paura di non contenerle, di essere preso in giro, di essere considerato un cacasotto. Ora ho preso contatto con questa parte fifona, che negavo, che rinnegavo, che non volevo sentirla come qualcosa che mi apparteneva e la diarrea eseguito il suo compito se ne è andata.
Il no che non esce
Laura: mi trovo sempre sotto pressione, compressa e vorrei urlare, buttar fuori quello che preme e che viene ricacciato giù, tacitato, un: no, non mi va bene. Quello che esce è un rassegnato: si, va bene. La rabbia, la rabbia preme, non esce ma preme … poi la pressione alta.
La cura
Nell’approccio psicosomatico la malattia del corpo diventa un’opportunità, il corpo un portavoce di un malessere interiore, che attende di essere compreso e curato.
Psicologo, Psicoterapeuta - Verona - Vicenza
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