Come andare dallo psicologo senza che i genitori lo scoprano
Esiste un modo per andare dallo psicologo senza che i miei lo scoprano? Ho 24 anni ma sono ancora dipendente a livello finanziario, è da quando vado alle superiori che sento di aver bisogno di aiuto per un sacco di cose ma ogni volta che provo a tirar fuori l'argomento a casa mi sento solo ripetere che è perché non mi impegno abbastanza che rimango indietro sugli studi (prima erano i 10, ora i 30... anche i 28 e i 29 non bastano, non bastano mai per non parlare dell'ultimo 20 risicato... se mamma sapesse che ho dovuto lasciare un concorso a metá e non stessa cosa ad un esame per un attacco di panico poi, come minimo mi ammazza) e che è perché voglio attenzioni che mi vengono attacchi di panico a star in mezzo alle folle o a dover parlare con qualcuno che non siano le tre persone con cui mi sento a mio agio.
Anno scorso mi hanno diagnosticato il cancro, come da prassi l'ospedale mi ha offerto uno psicologo che ho dovuto rifiutare perché come la dottoressa ha parlato di un terapeuta mamma ha cominciato a inveire e a dire come gli psicologi e psichiatri siano inutili "basta guardare come la zia abbia cominciato ad andare da uno psicologo due anni fa ed è ancora depressa" e non volevo mi iniziasse a rinfacciare anche quello se avessi accettato e l'avessi quindi "costretta" ad accompagnarmi all'ospedale ancora piú spesso di quanto non dovesse perché la conosco e ancora mi rinfaccia ogni singola cosa che ho o non ho fatto e ora me ne pento, perché mi sento morire
Avrei dovuto aspettare di entrare nella stanza della chemio, dove lei non è ammessa, e pregare l'infermiera di aiutarmi a dire alla dottoressa che sí, ho bisogno di aiuto, che anche se probabilmente non è della psico-oncologa che ho bisogno, se non altro avrebbe saputo aiutarmi a trovare una direzione ed ora è troppo tardi perché ho finito la chemio da mesi e non posso chiamare l'ospedale senza che mia madre lo scopra o andarci da me senza il rischio che lo venga a sapere
Non so piú cosa fare, ho provato a chiedere aiuto alla mia migliore amica, quando ne ho avuto bisogno per altre situazioni mediche tramite sua madre ce l'ho fatta a convincere la mia, anche se poi mi ha fatto sentire come un cane per averla fatta passar male, ma uno psicologo non lascia cicatrici, non mi lascia senza capelli e non fa svanire bozzi dal collo, uno psicologo non mi fa tutori su misura per le braccia e non mi fa occhiali per veder meglio, uno psicologo non mi lascia prove tangibili che diano modo alla mamma della mia migliore amica di dire "hey mamma di fed, perché lasci che fed soffra? Ne abbiamo giá parlato" senza che lei trovi il modo di darmi la colpa (e in parte perché mi sento male a chiedere sempre alla mia migliore amica e sua mamma di risolvere i miei problemi)
Quindi, quali possibilitá ho per trovare aiuto?
Cara Fed (nome utente), mi spiace per questa situazione, dalle sue parole si sente tutta la stanchezza e la difficoltà che sta provando. Non posso, in un messaggio, aiutarla a risolvere la situazione nel quotidiano, ma quello che posso fare è provare a renderle chiare alcune “norme”. Prima di tutto, lei ha 24 anni e quindi non è obbligata a dirlo ai genitori, perché maggiorenne, così come (invece) lo psicologo è tenuto al segreto professionale per lo stesso motivo. Cio’ significa che se sua mamma venisse casualmente a sapere nome e cognome dello psicologo e lo chiamasse, lo psicologo sarebbe tenuto a dire “non so di chi parla” perché per legge non può nemmeno confermare/disconfermate di avere in carico qualcuno in quanto lei maggiorenne. Per la questione economica, sicuramente il pubblico è la formula più facile, con pochi soldi (circa 40€) si riesce a fare 8/10 incontri, se presi in carico, mentre nel privato la questione è più difficile (circa 50€ a seduta). Se ha un lavoretto (anche ripetizioni o baby sitteraggio) potrebbe pensare di investirlo in un percorso privato (cercando su google uno psicologo della sua città, io personalmente lavoro su Prato), altrimenti per il pubblico basta digitare su google “asl psicologia + nome città” e esce fuori in automatico il numero di telefono da chiamare per un primo colloquio. Francamente penso, vista la situazione psicologica e fisica, che un aiuto di uno psicologo possa essere particolarmente valido. Io lavoro in oncologia ed è difficile attraversare la malattia a livello mentale se i presupposti personali e familiari invece di “sostenere” sembrano “scoraggiare”. Un valido aiuto può essere quello dello psico - oncologo, anche lui tenuto al segreto professionale come quello della asl e il privato! Continui a chiedersi come “chiedere aiuto” e provi a buttarsi e chiederlo davvero, e vedrà che pian piano l’aiuto arriverà davvero.