Ho un rapporto insostenibile con mia madre
Buongiorno. Ho deciso di scrivere qui per dare 'sfogo' alle ingiustizie che ricevo continuamente da parte di mia madre a casa. Partendo dalla sua infanzia, lei è scappata di casa all'età di 17 anni per sfuggire agli abusi psicologici e fisici di sua madre e del suo patrigno. Era molto affezionata al suo vero padre, e mi racconta sempre di come ancora soffri per la sua morte, quando lei aveva 4 anni. Il patrigno spesso picchiava lei, sua sorella e sua madre, e sua madre spariva di casa, anche per giorni, lasciando le figlie in balia del patrigno. Inoltre essendo mia nonna anoressica, aveva portato verso quella strada anche mia madre che tutt'ora soffre di problemi alimentari irrisolti. Scappata di casa in così giovane età è stata spesso manipolata da persone più grandi di lei in cambio di favori sessuali etc, ed è entrata nel mondo della droga a un certo punto. Ha tentato spesso il suicidio ma è stata poi 'salvata' da mio padre. Dopo due mesi hanno deciso di sposarsi ed io sono nata per sbaglio. Sebbene lei ci abbia messo diverso tempo per accorgersene (quasi 10 anni) mio padre era spessissimo violento, sia nei miei che suoi confronti (aveva spesso l'abitudine di lanciare piatti o bicchieri o di sfasciare casa in generale). In tutto questo però non ho mai ricevuto conforto, perché mia madre si 'appoggiava' a me per aiuto psicologico. Mi ha sempre definito la sua roccia, la sua salvezza, addirittura la madre, sorella e padre che non ha mai avuto, caricandomi di tutte queste responsabilità all'età di 6 anni. Sono sempre cresciuta con quest'idea di essere sacrificabile, addirittura dando per scontato che il giorno della sua morte mi sarei suicidata perché il mio 'dovere' era stato compiuto. Ogni volta che mio padre cominciava ad alzare le mani mi mettevo in mezzo io pur di proteggerla. Ogni volta che mi parlava di quanto la sua famiglia non le avesse mai fatto regali o apprezzamenti, ci pensavo io a rimediare. Spendevo tutti i risparmi della mia paghetta (di 10 euro al mese, che poi passò a 20) per regalarle gioielli anche da 200 o 300 euro per Natale e per il suo compleanno. Mi convinceva a farle da 'life coach' aiutandola a non abbuffarsi durante le sue crisi bulimiche e a calmare i suoi attacchi di panico al supermercato. Con la conseguenza che al supermercato (di cui ho tutt'ora terribili ricordi) minacciava di togliermi tutti i giocattoli e non di farmi più vedere i miei amici se non le avessi lasciato comprare tutte le schifezze che voleva. Ma poi quando si tornava a casa e lei si abbuffava piangendo, mi accusava di non essere stata abbastanza brava a tenerla a bada e che non riusciva a credere di avere una figlia così cattiva da non riuscire nemmeno ad aiutarla con una cosa così 'semplice'. E questa è solo la punta dell'iceberg. Già prima che io nascessi le era stata diagnosticata depressione cronica con esaurimento nervoso. All'età dei miei 6 anni, comprò un cane per sentirsi 'felice' e finse di regalarlo a me, anche se in realtà era sempre stato per sé. Un giorno successe che mentre lei era fuori di casa lei me lo affidò dicendomi che dovevo stare attenta a non farlo entrare in cucina perché aveva messo il veleno per formiche. Il cane entrò comunque senza che io me ne accorgessi e ricordo che lo cercai per tutta la casa disperatamente, sempre convinta non fosse entrato. Una volta ritrovato insieme, il cane stava bene ma mia madre mi accusò di aver cercato di uccidere l'unica sua fonte di gioia perché la odiavo, che ero gelosa nei confronti del cane perché mi sentivo inferiore ad esso e che soprattutto ero una 'lurida bugiarda', parole che ho ancora impresse nella mente. In più chiamava il nostro cane come un 'secondo figlio' e faveva spesso battute su come lo preferisse a me. Io non notavo mai tutto questo perché ero convinta che se ricevevo questi trattamenti qualcosa di male l'avevo fatto per forza e allora mi sottometevo sempre. Alle mie sottomissioni allora lei mi ricopriva di complimenti dicendomi di quanto fosse fiera di avere una figlia come me. Ma se 'pensavo troppo' e dicevo la mia su qualcosa allora ecco che riversava le sue frustrazioni su di me. Aveva ed ha tutt'ora l'abitudine di chiamarmi 'bestia', 'mostro' e 'stronza' che la vuole distruggere perché piena di rabbia dentro. Ha sempre parlato dei miei, a detta sua, 'pochissimi' difetti dati solo alla maniera in cui mi ha cresciuta e dei miei difetti come presi da mio padre, esattamente come se fossi una fusione tra i due, incapace di sviluppare di sviluppare una propria personalità. Mia madre non lavora ed ha un sacco di malattie che glielo impediscono. Da quando sono nata sta sempre in casa, senza amici, isolata dal mondo, con solo me accanto. Mi dice tutti i giorni che io non la rispetto, quando magari mi dimentico di mettere i piatti nel lavello o di buttare la carta nel giusto cestino dell'indifferenziata. Ogni volta che picolezze come queste mi sfuggono lei parte a dirmi di quanto è da tempo che mi deve sopportare, chiedendosi quando arriverà il momento in cui sarò una figlia perbene (difatti minacciava spessissimo di mandarmi in un colleggio). Inoltre mi dice sempre di come avrebbe dovuto rifarsi una vita abortendomi o affidandomi nelle mani di mio padre e mi rinfaccia sempre tutte le volte in cui ha dovuto ascoltarmi mentre parlavo dei miei amici sebbene questi discorsi la 'annoiassero' e di come io, ingrata viziata, non sia riconoscente di ciò continuando a 'sfogarmi su di lei', trattandola da cuoca e autista. Le sue punizioni tipiche per quando 'trasgredisco alle regole' includono il non parlarmi per settimane, paragonarmi a mio padre consapevole di quanto la cosa mi faccia soffrire, e rifiutarsi di fare qualsiasi cosa in casa, come lavare i piatti, ordinare, cucinare o semplicemente areare la casa, costringendo me a fare tutte queste cose, come se abitassi da sola. Ogni volta che piangevo perché a scuola magari mi capitava qualcosa di anche pesante lei si limitava a stare in silenzio e cambiare argomento. Spesso le dicevo di come mi ferisse la maniera in cui mi ignorava e lei finiva sempre col rispondere cose come 'fatti due domande se i tuoi compagni ti maltrattano' e simili. In più nei momenti in cui piangevo se la prendeva con me, dicendomi che io sono la sua roccia, e non posso mostrarmi debole altrimenti sarebbe crollata anche lei. Da allora quindi ho cominciato a colpevolizzarmi per tutto e sminuire i miei sentimenti, mettendo sempre quelli degli altri al primo posto. Questo mi ha causato diverse amicizie tossiche che sono andate avanti anche per anni, con amici (guardacaso, anche loro con problemi di anoressia e depressione) che si divertivano a ridicolizzarmi davanti agli altri, a insultarmi e a ripetermi di quanto io non fossi meritevole di niente. Sebbene io riconoscessi di star subendo delle ingiustizie li lasciavo fare nella convinzione che 'loro hanno più problemi di me e quindi è giusto che mi sacrifichi per farli stare meglio'. Come se non fosse abbastanza, mia madre mi dava della 'debole' perché mi sottomettevo a loro. Ricollegandomi ai problemi alimentari di mia madre non è raro che cerchi di trascinarmi nelle sue assurde magiche diete, tra le quali fare solo un pasto al giorno o usare delle specie di corsetti per farti passare la fame, ma fortunatamente resto sempre rimasta ferma nella mia posizione conducendo un'alimentazione sana. A costo di comunque sentirmi dire che dovrei perdere 10, se non 15 chili sebbene io sia perfettamente normo-peso e pur sapendo che tutti quei 'chili di troppo' come dice lei, sono dati dai muscoli. Spesso poi entra in camera mia con queste bombe emotive su quanto lei odi la sua vita e di come mi abbia concepita per farsi 'salvare' da me, chiedendomi conferma di ciò, appunto, costringendomi a risponderle 'sì, ti salverò'. Sono rimasta succube di tutti questi abusi, fino appunto, all'età di 17 anni in cui ho cominciato a vedere uno psicologo e a rendermi conto di quanto la situazione fosse grave e che soprattutto non sono io la colpa delle sue sofferenze. Ma tutt'ora abito con lei e non ho ancora i mezzi per andarmene, siccome sto ancora studiando (ho 19 anni). Solo da pochi mesi (circa 6) ho cominciato a distaccarmi da mia madre e di questo lei se n'è accorta. Difatti è ancora più ingestibile del solito, con i suoi sbalzi d'umore. Soprattutto accusa il mio psicologo di avermi fatto il 'lavaggio del cervello' perché non sono più 'amorevole' come una volta e ho spesso il terrore che mi impedisca di andarci minacciando di non pagarlo più. Sebbene stia studiando volevo provare a cercarmi un lavoretto ma anche qua, lei cerca di ostacolarmi in tutti i modi. Il suo amore per me è letteralmente ossessivo, tant'è che si è già auto-programmata un futuro insieme in cui io la mantengo, viviamo insieme e passo tutto il tempo con lei, lasciando il mio fidanzato e i miei amici in disparte, portando lei con me in viaggio al posto loro (voglio andare a vivere a Londra un giorno). Essendo, appunto, così imprevedibile ho sempre paura delle conseguenze se dico la mia, ma allo stesso tempo è davvero dura restare impassibile davanti alle sue accuse e insulti. Sto cercando di lavorare sull'ignorarla, riconoscendo che le cose che lei mi dice sono dovute alla sua 'malattia', ma come già detto è davvero dura quando lei risponde addirittura arrivando a ricattarmi con i soldi (cosa che guardacaso, fa sempre mio padre con lei). Mi scuso per la lunghezza del messaggio e ringrazio chi ha letto fino a qui.
Ciao Laura, stai vivendo una situazione complicatissima, ti sei fatta carico di difficoltà e problemi da cui avrebbero dovuto proteggerti. I disturbi di cui soffre tua madre la portano a dire e ad agire come ha sempre fatto. Credo sia arrivato il momento di difenderti cercando di mettere da parte i sensi di colpa. Hai scritto che stai lavorando con un terapeuta, bene é importante, quella di cercarti un lavoretto e' un'ottima strategia.
Tua madre non è mai stata seguita da nessuno? I servizi sociali non sono mai stati coinvolti? Potrebbero aiutarti.