Dipendenza sessuale e depressione
Salve, io penso di soffrire di depressione da molti anni. Ho in generale difficoltà a rapportarmi con gli altri (in ambito familiare, lavorativo, con amici e potenziali partner). Ho poco meno di 40 anni, sono abbastanza solo, non ho una partner da anni (sono eterosessuale) e con alcuni amici di vecchia data ho rapporti abbastanza superficiali. In generale, mi sento triste, cinico e rassegnato. Il lavoro sta diventando sempre più stressante e quasi insopportabile a tratti. Ho spesso reazioni rabbiose che riesco a reprimere e tenere celate quasi sempre, ma che inducono forte frustrazione e vittimismo. Da diversi anni, circa 5/6, vado regolarmente in strutture legali (in Germania e Svizzera) dove si pratica la prostituzione. Il fatto che siano contesti in cui le ragazze guadagnano molti soldi (10mila o 20mila euro al mese) e sapendo che la maggior parte di loro non è sfruttata, ha ridotto o rimosso ogni questione etica (non ho mai praticato la prostituzione in altre modalità, nè ne ho mai sentito il desiderio). Tuttavia questa attività mi prende molto del mio tempo libero, è la mia prima causa di spesa (circa 30mila euro annui, che per fortuna posso permettermi), ed è chiaramente un rifugio da ogni reale tentativo di cambiare/migliorare la mia vita. Ovviamente non parlando di ciò con nessuno, mi ha portato a dire un sacco di bugie e a isolarmi. Il pensiero del sesso è ricorrente nella mia mente in modo abbastanza ossessivo, ma quando vado nei bordelli descritti sopra apparentemente non è la cosa più importante: spesso trovo più interessanti le "attenzioni" non-sessuali di alcune ragazze che vi lavorano e che conosco da anni: con loro parlo (e ascolto) molto, più che con chiunque altra persona che io conosca. Non credo che sia dovuto solo alla mia solitudine, altrimenti avrei quantomeno cercato ascolto altrove. C'è comunque un nesso con la sfera sessuale. In tutto questo ho anche delle difficoltà sessuali, in parte di carattere psicologico e in parte banalmente legate all'uso del preservativo. Cito questo in quanto, non riuscendo molto spesso a raggiungere l'orgasmo, l'idea della prostituzione come strumento di "autoricompensa facile e veloce" viene entro certi termini meno. Rimane quindi non chiaro per me la ragione di questa forte dipendenza. Il protrarsi di queste situazioni e l'incapacità di uscirne mi ha portato a perdere stima in me stesso. Forse anche a odiarmi e autosabotarmi in alcune circostanze (anche inerenti la mia salute). Sebbene non abbia ancora cambiato i miei comportamenti, credo di aver raggiunto una maggiore consapevolezza rispetto al passato di aver bisogno di farlo. Penso però che la soluzione sia passi semplicemente da impormi l'astinenza dalla prostituzione, che ho già provato durante i lockdown per il Covid. Penso di dover fare un percorso di consapevolezza. Non credo di saperlo fare da solo. Ogni indicazione, sopratutto se concreta, è molto gradita.
Gentile Luigi, da cio' che lei ha descritto di sé, credo sia fondamentale mettere in evidenza il suo desiderio di affrontare in modo più approfondito il suo problema di dipendenza sessuale. Colga questo momento di autocoscienza per fare un cammino di comprensione e vero amore verso se stesso. Si affidi ad uno psicoterapeuta capace di allearsi con lei per un lavoro a quattro mani. Buona strada. Dott.ssa Maddalena Bazzoli psicologa-psicoterapeuta Torino