Dott.ssa Manuela Gessini

leggi (13)

Dott.ssa Manuela Gessini

Psicologa Psicoterapeuta

Cosa sto provando?

Salve, sono Emma e ho 17 anni.
Sono molto confusa da quello che sto provando: nel senso che non lo so. Diciamo che sto cominciando ad avere un atteggiamento diverso da quello che ho sempre avuto. Sono sempre stata una ragazza che ha comunque provato a sorridere in continuazione. Ma ora è completamente cambiato.
Sono sempre stanca, triste e senza voglia di fare niente. Credo che uno dei motivi sia la scuola: non sono mai stata una studentessa modello, anzi fino ad un anno fa non ho mai studiato veramente per finire l’anno con una media alta. Ma ora sono piena di verifiche ed interrogazioni per cui non riesco a studiare che sia per l’ansia dell’insegnante o che sia per l’ennesima volta in cui ho cominciato a studiare la mattina stessa per quelle (sono una procrastinatrice: arrivo la sera a dire che non devo studiare perché tanto ho la notte per farlo). Quindi che sia per una o per l’altra cosa, non ho voti stellari.
La mia risposta a questo problema è stata: adolescenza, quindi pubertà. Credo che tutti gli studenti infatti arrivano all’ultimo anno che sono stanchi delle materie che fanno. Ma per me è stato più complicato: sono molto più giovane dei miei compagni (con alcuni ho quasi due anni in meno) e ho sempre, ma dico sempre, odiato ciò che ci veniva insegnato a scuola. Qualsiasi materia.
Poi mi sono detta: non può la scuola essere così tanto influente nella tua vita, e così ho cominciato a pensare alle possibili cause di questo malessere.
Ho cominciato a pensare e a realizzare molte altre cose. Credo in realtà di essere diventata paranoica su certi aspetti. Ho l’impressione di non voler bene a nessuno, neanche alla mia famiglia, perché non so neanche che cosa significhi voler bene ad una persona. Quindi da brava ragazza ho cercato su internet, e lo definisce come “inclinazione sentimentale verso persone, animali o cose, meno intensa dell’amore e più regolata della passione”. Eppure non posso fare a meno di pensare che se un giorno sparissero tutti dalla mia vita, per me sarebbe uguale, che non proverei alcun sentimento. E credo di aver preso questo atteggiamento perché da piccola ho traslocato varie volte di città in città e non mi sono mai quindi legata veramente alle persone (per mia scelta). Mi apro raramente con famiglia e amici perché ho sempre questa impressione di non avere nulla da raccontare, di non avere problemi.
Chi alla mia età non ha avuto periodi grigi? Ci sono sicuramente stati altri ragazzi che si sono trovati nella mia situazione. Quindi di cosa mi dovrei preoccupare?
Questa mia tristezza continua ha portato a conseguenze che io definirei a dir poco patetiche. Ho cominciato a sperare di non svegliarmi più il giorno dopo, di sperare che nel sonno qualcosa mi potesse succedere per poi non dovermi più alzare per andare a scuola e affrontare la stessa giornata. O comunque pensare a vari modi per suicidarsi. Sono patetici perché sono al dir poco consapevole che non avrei mai la forza di farlo, perché ho famiglia e amici che si incolperebbero per le mie azioni. E li trovo ancora più patetici perché sono all’80% sicura che lo faccio per avere attenzione.
Una volta, quando ero triste, bastava andare a dormire che già la mattina dopo avevo il sorriso stampato in faccia. Un giorno però non è successo ed eccomi qui.
Sono sicura di non avere la depressione, perché quella è nettamente più seria: è pensare che il mondo là fuori sia molto più grande di te e che in nessun modo riuscirai a superarlo.
Io so che è così, perché è oggettivo: il mondo di oggi è molto competitivo in tutti gli aspetti. Io però non voglio combatterlo o comunque cercare di combatterlo per arrivare ad avere qualche tipo di successo. Io non voglio niente di tutto questo, io voglio stare lì e aspettare che la mia vita viva sé stessa. Niente di più.
Quindi vi prego aiutatemi a capire che cosa ho che non va perché questa situazione comincia a diventare insopportabile, soprattutto perché condiziono negativamente l’umore delle persone che mi stanno accanto che è incredibilmente frustrante.

Mi spiace se ci sono problemi di grammatica, di ortografia o di sintassi. Come ho detto prima non sono una studentessa modello che si riferisce soprattutto allo scrivere.

Grazie,
Emma.

Cara Emma, ti scrivo perché veramente dispiaciuta della situazione che hai appena descritto.
Dal tuo racconto emerge una profonda sofferenza, ma fortunatamente anche una grande capacità di autoanalisi e consapevolezza, nonché una forte decisione di intraprendere un cambiamento.
Tutte competenze importanti ma per nulla scontate, soprattutto per una ragazza così giovane.

Come tu stessa hai sottolineato, quello che stai vivendo appartiene al periodo complesso dell'adolescenza, durante il quale una ragazza avverte sensazioni destabilizzanti, addebitabili a cause di natura diversa.
Credo che le emozioni spiacevoli che in questo momento stai provando siano legate a pensieri disfunzioniali, difficili da gestire in autonomia per chiunque in questa fase adolescenziale.
Un sostegno iniziale può indicarti la via da percorrere per comprendere e superare.
E’ ciò che faccio ogni giorno per ragazze forti ma semplicemente appannate e confuse come te.
Scrivimi o chiamami per organizzarci un incontro on line.

Ti aspetto

Manuela

domande e risposte articoli pubblicati

Dott.ssaManuela Gessini

Psicologa Psicoterapeuta - Trento

  • Ansia
  • Depressione
  • Attacchi di Panico
  • Elaborazione del lutto
  • Psicoterapia ad indirizzo cognitivo comportamentale
  • Tecniche di gestione dello stress
CONTATTAMI