Dott.ssa Manuela Schiavone

Dott.ssa Manuela Schiavone

Psicologo, Psicoterapeuta

Questi pensieri vengono a causa del trauma?

Ciao a tutti sono nuova in questo Sito. Ho una domanda e cerco qualcuno che mi possa aiutare. Ho 22 anni e due anni fa sono stata quasi violentata sono riuscita a scappare. Dopo ciò me la sono vista abbastanza brutta tra incubi e paure varie, ma sono riuscita a riprendermi la mia vita anche grazie ai miei genitori e amici. Quest anno hanno trovato il mio carnefice e io sono andata a testimoniare contro di lui. E`stato orribile perché mi hanno chiesto ogni particolare e ho pianto davanti ai giudici perché il ricordarmi mi distruggeva. Due Settimane dopo la testimonianza ad un tratto di notte mentre stavo per addormentarmi mi sono apparse immagini orribile e una paura tremenda di poter far del male alla mia gattina che amo all´infinito e che proteggerei da tutti con tutta me stessa. Erano cosi orribile che ho incominciato strillare a piangere a chiudermi nel bagno per paura di poter farle veramente del male. Ora questi pensieri vanno avanti non mi lasciano tregua e io sto malissimo. Qualcuno sa cosa possa essere? se vengono a causa del trauma? e come ne posso uscire?

Cara

Purtroppo nella tua lettera mancano molti elementi per cui è molto difficile azzardare qualsiasi tipo di ipotesi. Ad esempio mancano dati su come sei riuscita a riprenderti la tua vita, cosa è accaduto in questi due anni e se oltre ai tuoi genitori e amici hai consultato uno specialista e hai intrapreso un percorso psicoterapico di elaborazione del tuo vissuto connesso alla tentata violenza.

Avere accanto tante persone che ti amano non sempre è utile per affrontare situazioni tanto complesse come quella che hai sperimentato. Questo per svariati motivi. Alcuni di questi possono riguardare i tuoi genitori come ad esempio la paura che ti possa accadere di nuovo una situazione del genere; il senso di colpa per non essere stati “genitori attenti”; l’impotenza di fronte al non riuscire ad aiutare la propria figlia abbastanza; l’iperprotezione; la rabbia; la tristezza e chissà quant’altro ancora. Rispetto ai tuoi amici può esserci ad esempio la tendenza a distrarti dai pensieri e dagli incubi o al contrario a parlarne “troppo”. In ogni caso ti potrebbe capitare la sensazione di non sentirti compresa appieno rispetto all’esperienza vissuta e sperimentare un senso di solitudine. Potrebbe essere utile “Parlare” o meglio affrontare la situazione con un esperto che possa prendere in carico anche la tua famiglia per orientarla sulle reali possibilità di aiutarti nel modo più adeguato rispetto anche al tuo ciclo di vita di giovane donna.

Non si comprende cosa tu intenda quando dici “sono riuscita a riprendermi la mia vita” e quanto tu abbia potuto rielaborare i tuoi vissuti emotivi rispetto alla sessualità e alle relazioni sentimentali e il peso di aver “dovuto subire” una tentata violenza. Non si parla della tua eventuale “rabbia” naturalmente fisiologica o della tua paura. Ci sono i tuoi incubi a parlare, ad esprimere emozioni che razionalmente non riescono ad emergere. C’è la tua gattina, piccolo soggetto neutro, su cui convergono tutte le tue emozioni negative approfittando di un momento in cui le tue difese sono più basse (di notte mentre stavo per addormentarmi).

Ti consiglio di non sottovalutare quello che ti è accaduto e di affrontarlo con l’aiuto di esperti che possano realmente aiutarti a superare il dramma che stai ancora vivendo. Parlarne con i tuoi familiari o con i tuoi amici non basta. Loro, con il loro affetto, rappresentano sicuramente una rete di supporto efficace ma non possiedono gli strumenti e le tecniche per consentirti di “uscirne”.