MARITO E SUOCERA quando la convivenza è insopportabile
Buongiorno,
sono sposata da 4 anni e vivo con mio marito e il mio stupendo bambino di 3 anni.
Sotto richiesta insistente di mio marito ho accettato di andare a vivere nell'appartamento sotto mia suocera (è una casa bifamigliare con giardino in comune).
Sapevo dall'inizio che sarebbe stata una scelta sbagliata ma, quando mio marito mi chiese di sposarci ed andare a vivere insieme, mi chiese se potevo venirgli incontro ed accettare di vivere sotto la madre (vedova e lui è figlio unico) con la promessa che avrebbe fatto di tutto per far si che le cose fossero andate bene.
In questi anni ho provato in tutti i modi a sentirmi a casa e a sopportare diverse situazioni ma sono arrivata al punto di non farcela proprio più tanto che ho iniziato a soffrire di attacchi d'ansia e nessuna voglia di ritornare a casa se non per vedere il mio bambino. Ho parlato chiaramente con mio marito e della volontà di cambiare casa e costruirci qualcosa di nostro (questo non vuol dire abbandonare la madre ma semplicemente di avere una casa tutta nostra senza avere interferenze di alcun tipo).
Ho bisogno di avere una casa NOSTRA ma lui sostiene che non può dare questo dispiacere alla madre.
Io capisco che da figlio unico si senta responsabile della madre ma credo sia corretto anche dare priorità alla serenità famigliare perchè dovrebbe essere la priorita'....
Stavamo pensando ad un secondo figlio ma purtroppo,, nonostante il grande desiderio, non me la sento di affrontare una seconda gravidanza in questa situazione di stress.
Ho paura che con il passare del tempo tutto questo renda difficile il rapporto di coppia (stiamo già accusando colpi) e la situazione potrà solo andare a peggiorare e vorrei evitarlo.
Mi sento un mostro a voler mettere mio marito di fronte ad una scelta ma non posso continuare cosi.... non è forse giusto che un uomo ad un certo punto debba tagliare questo filo con la mamma? (comprare una casa a pochi metri più in la non mi sembra una richiesta assurda).
Lui non parla chiaramente con la madre della situazione perchè dice che ne soffrirebbe troppo ma cosi cerca di tenere il piede in due scarpe e cerca di non prendere nessuna decisione....
aiuto :-(
Cara Margherita posso immaginare la frustrazione che da tempo è costretta a vivere, se non ho capito male da un lato troviamo suo marito che, come da giusta metafora utilizzata, non è in grado di staccarsi correttamente da questo "cordone" con la madre per tutta una serie di suoi giusti motivi (la madre sola e vedova, lui figlio unico e responsabile nei confronti della salute della madre, lui che non vuole creare dispiacere...), mentre dall'altro troviamo la sua necessità di continuare con la generatività nel mettere al mondo un altro figlio con il suo partner, continuare il suo ruolo di moglie, diminuire con pensieri negativi circa la situazione, evitare di sperimentare nuovamente stati d'ansia...;
Poi troviamo le promesse al tempo fatte da suo marito circa la garanzia che una tale scelta (andare a vivere nell'unità immobiliare dove vive la suocera) non avrebbero poi intaccato negativamente la qualità del vostro matrimonio... si è di fatto rivelata una promessa infranta che probabilmente le avrà creato un nuovo grado di giudizio nei confronti della fiducia nella sua relazione, al punto da mettere in discussione anche l'idea di provare a generare un nuovo figlio con suo marito.
La richiesta poi mossa a suo marito circa la possibilità di cambiare casa (anche sono pochi metri di distanza rispetto a quella attuale) mi sembra del tutto legittima, la risposta di suo marito riflette tuttavia un senso di forte responsabilizzazione e azzardo nel dire tendenza ansiosa (questa tendenza di non voler causare sofferenza alla madre e al contempo continuare a costruire una relazione con lei costringe suo marito in una situazione di stallo in cui si trova a non sapere correttamente il giusto comportamento da mettere in atto il che esaurisce le proprie risorse relazionali, decisionali...)
Ciò che invece risulta interessante è come in realtà non ci sia nella sua narrazione nessun riferimento alle situazioni "disfunzionali" che è costretta sopportare quotidianamente. Capire quando è diventato impossibile resistere alle varie situazioni potrebbe offrire degli spunti importanti. Capire i vari rapporti con sua suocera, con suo marito prima e oggi probabilmente potrebbe spiegare come meglio approcciarsi alla sua richiesta, il suo scopo ovvero quello, in base alla sua narrazione, di voler evitare si interrompere dei legami con suo marito.
Quello che le posso consigliare è di provare a rivolgersi ad un professionista che meglio possa assieme a lei trovare le giuste mete, strategie e tecniche per intraprendere il percorso verso il raggiungimento del suo scopo.
In questo momento di tensione e sconforto l'aiuto di un professionista potrebbe fare al caso suo.
Le auguro di trovare ciò di cui necessità per tendere verso il meglio di se stessa.
un abbraccio
Dott. Marco A. Salerno