Violenza verso il padre di adolescente
Io e mia moglie siamo una coppia sposata da 25 anni e abbiamo un figlio unico di 15 anni al quale abbiamo riversato sempre amore, valori e attenzioni. Fino ai 13 anni e' stato un figlio amorevole e non ci ha dato mai problemi, incentivandolo a fare sport (calcio) che frequentava/frequenta con passione. Anche a scuola fino alla 2^ media aveva un profitto medio/alto. I problemi sono nati durante il primo lockdown, quindi intorno a marzo del 2020. Inspiegabilmente (ma poi ce lo siamo spiegati) non aveva piu' voglia di studiare e stentava ad alzarsi per le lezioni in dad. tutto questo fino a giugno (chiusura delle scuole). Il 22 giugno scopriamo in casa 6 dosi di majurana. Da quel momento gli togliamo l'accesso ai soldi e altre restrizioni. Abbiamo capito che da febbraio/marzo fino all'estate ha fatto un'uso massiccio di majurana (fino a 3 sigarette di 1 grammo l’uno al giorno) e associato anche all'abuso di alcool. Dopo le restrizioni e' iniziato a diventare violento soprattutto nei miei confronti (padre) in quanto ho dovuto ricorrere ai carabinieri nel tentativo di farlo solo spaventare. Questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Un effetto positivo che e' sortito e' che c'e' stato un allontanamento di amicizie brutte che lo hanno allontanato per non avere problemi con le forze dell’ordine. Premetto che lui aveva disponibilità economica dovuti a soldi ricevuti durante le ricorrenze (circa 2.000 euro) e raccolti negli anni. il nostro errore e’ stato quello di avergli dato accessibilità, ma non credevamo mai che potesse accadere questo. abbiamo scoperto che frequentava amicizie anche molto piu' grandi di lui fino ai 25 anni (che gli fornivano la majurana). A luglio si era convinto di intraprendere un percorso terapeutico da una psicologa, che e' naufragato nel momento in cui e' stato ascoltato da altra psicologa dei servizi sociali per conto del tribunale dei minori dei potenza (la pratica poi e' stata archiviata). da quel momento in poi non ha voluto piu’ saperne.
Sappiamo, perche’ abbiamo messo sotto controllo il suo telefono, che lui parla di questa situazione presso i suoi amici come fatto di orgoglio anzichè di vergogna. crediamo per meravigliarli e mettersi al centro dell’attenzione. In queste discussione a me (padre) ne parla in maniera da deriderisione.
Sappiamo che da settembre fino ad oggi non ha fatto piu’ uso di sostanze. A settembre ha iniziato la scuola (liceo classico) convincendolo a fare questa scelta piu’ che altro per allontanarlo dalle vecchie amicizie (nel pese ci sono solo due scuole liceo classico- tecnologico).
Da settembre e fino ad oggi ci sono state forti discussioni sfociate in violenza nei miei confronti nel momento in cui abbiamo cercato di evitare uscite in orari non consoni ore 23.00.
Gli abbiamo comprato un cane e un motorino come promesso a seguito della scelta della scuola liceo. Questo pero’ ci da preoccupazione perche’ e’ motivo di avvicinamento delle precedenti amicizie, anche se questo non sta avvenendo.
Il problema ora e’ che abbiamo perso il controllo nel potergli dare delle regole e mia moglie (che e’ quella che ascolta un po’ di piu’) un po’ riesce ad imporsi un po’ di più, a non piu’ di tanto.
non sappiamo proprio cosa fare e a chi chiedere aiuto. Temiamo un prossimo evento di violenza fisica che non sappiamo come possa degenerare. purtroppo come famiglia siamo solo noi senza parenti.
Nostro figlio verso gli estranei o fuori della famiglia non e’ per nulla quello che assume in famiglia. Ha un carattere che vuol apparire grande ma di fatto e’ ancora bambino solo che lo esprime con la violenza.
Vorremo una qualche idea o suggerimento su cosa fare perche’ ci sembra di aver esaurito tutte le possibilita’.
Grazie per avermi ascoltato
Salve, premesso che l’adolescenza è un periodo della vita molto delicato, in cui la persona si trova ad affrontare una transizione, tra l’età infantile e quella adulta, in cui dovrà gettare necessariamente le basi sopra le quali costruirà la sua personalità adulta; se i genitori sono importanti come modello educativo, nel conseguimento di questo processo, lo è altrettanto il gruppo dei pari, in quanto col passare del tempo acquisisce sempre maggior importanza nei modelli di riferimento dell’adolescente.
Le faccio i complimenti nell’essersi rivolto alle forze dell’ordine, in quanto di fronte a un comportamento violento non vi siete piegati e, in questo modo, avete mandato il chiaro messaggio che a ogni azione c’è una reazione, dove il ragazzo si è dovuto assumere le responsabilità del suo comportamento.
È noto che l’uso protratto della cannabis può causare un calo motivazionale, rendendo il soggetto apatico, anedonico, disinteressato verso la realizzazione di obiettivi, con la tendenza a procrastinare gli impegni e le responsabilità. Viste le chiare difficoltà di portare il ragazzo in terapia, quello che io mi sento di consigliarvi, caldamente, è un percorso di “terapia indiretta”, ovvero che agisca sul ragazzo attraverso le sedute che voi genitori farete (senza la di lui), in questo modo si verranno a creare dei piccoli cambiamenti che a partire da voi, tramite un “effetto a cascata”, andranno a ricadere all’interno del clima famigliare e, inevitabilmente, causeranno anche dei cambiamenti su vostro figlio.
Cordiali saluti Dr. Marco Maiani