Dipendenza affettiva
Buongiorno, inizio subito col dire che è tutta colpa mia.
L'averlo sposato, aver deciso di farci un figlio ed essere arrivata a 20 anni di matrimonio senza amore.
Tutto questo per paura della solitudine, per insicurezza. Accetto da 20 anni il suo disprezzo, eppure sono una donna colta, intelligente, bella, ricca, che lavora. Sono moltissimi anni che non abbiano intimità per mia decisione. Lui non so e non mi interessa cosa fa.
Abbiamo liti violente e di cui mi vergogno.
Voi direte perché sto ancora con lui. Lo chiedo a voi, gentili psicologhe. Non trovo la forza. Ho provato e riprovato, ho contattato avvocati, li ho anche pagati, ma alla fine non ho divorziato.
Non voglio fare percorsi di coppia con lui , voglio solo lasciarlo, ma non so farlo. Vi prego, ditemi come si fa, da dove si inizia, qual è la molla che deve scattare. Non ce la faccio più a subirlo. Voglio essere amata, apprezzata, desiderata, ma non da lui.
Grazie.
Buongiorno, mi pare di capire che la sua difficoltà sia legata ad una sorta di ambivalenza. Da una parte si è già separata di fatto, mettendo da parte la vita sessuale e sentimentale, dall’altra mantiene il rapporto in piedi in una sorta di colpevolizzazione reciproca che sfocia sistematicamente in liti violente. Da quello che racconta, non ha investito in nessun altro rapporto significativo. Credo che un percorso di psicoterapia la potrebbe aiutare a stare “sola con se stessa” per poter ripensare in maniera costruttiva al suo sviluppo personale e affettivo. Vivere di rinunce e sacrifici non ne vale la pena, mai.
Ma non è con una breve email che potrà venirne a capo. Faccia un percorso serio e vedrà come farsi carico delle sue emozioni.
Le auguro una buona giornata e buon tutto