Dott.ssa Maria Anna Di Meo

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Dott.ssa Maria Anna Di Meo

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Come reagire all'ansia ?

Salve sono un ragazzo di 23 anni. Ho incominciato ad andare da una psicologa all'età di 19 anni per via della costante paura di morire. Da lì in poi la mia vita è cambiata molto interiormente e di conseguenza la mia quotidianità, riuscendo a superare ostacoli e raggiungere traguardi importanti, primo fra tutti entrare all'università di Medicina dopo svariati anni di tentavi e buoni risultati ottenuti frequentando l'università di Farmacia. Una volta entrato però l'entusiasmo ha fatto spazio all'angoscia e tantissima ansia, così ho deciso di affidarmi di nuovo alla mia psicologa, la quale dopo un sostegno iniziale mi ha indirizzato verso uno specialista per approfondire e fare psicoterapia. Dopo 20 sedute mi ritrovo a scrivere qui, avrei continuato il percorso ma per non chiedere soldi ai miei ho dovuto porgli termine ( la psicoterapia l'ho pagata personalmente ), ho capito molte cose su di me e le dinamiche familiari che ho vissuto con i miei genitori ( in particolare mia madre ) sono sempre stati oppressivi, molto esigenti e spesso irrispettosi con me e non mi hanno mai sostenuto emotivamente, il mio malessere nasce da questo: finché faccio tutto ciò che vogliono loro e nel modo in cui dicono loro va bene ma nel momento in cui ciò non accade mi distruggono psicologicamente e mentalmente. Io non voglio odiarli e vendicarmi, ho capito che questo non mi porterà mai da nessuna parte anche se i traumi e i dolori che mi hanno fatto vivere sono tanti . Voglio andarmene di casa e continuare a studiare con serenità e con i miei tempi, i loro comportamenti oramai sono sempre gli stessi e io sono stanco e non ancora pronto per affrontare mia madre quotidianamente visto che ho riconosciuto in me una dipendenza affettiva verso di lei e non ho avuto modo di lavorarci abbastanza perché ho dovuto porre fine prematuramente alla psicoterapia. In questo contesto qui nasce un problema economico dove dovrei continuare a dipendere da loro finanziariamente qualora volessi andare via, ciò mi toglierebbe serenità perché si sentirebbero sempre in diritto di giudicarmi e farmi sentire una persona manchevole. Non so se sia fattibile lavorare e studiare visto che la mia università richiede molto impegno e soprattutto una costante frequenza alle lezioni e dall'anno prossimo ai tirocini. Mi sento combattuto sebbene questa sia l'unica strada praticabile per ritrovare un po' di serenità e energia visto che stando a casa aumenta solo l'ansia e diminuiscono le energie. Vorrei sfruttare questa quarantena per progettare il mio futuro visto che non riesco a studiare come vorrei stando con loro 24 ore su 24. La mia domanda a questo punto è questa : Sto ragionando in modo troppo impulsivo in un momento di debolezza o si tratta di un modo di reagire concreto all'ansia? E se dovesse essere un modo di reagire all'ansia non avrò ancora più ansia nell'intraprendere una strada molto difficile? 

In caso di risposta vi sono molto grato !

Ciao Giuseppe, purtroppo il periodo di quarantena cui siamo obbligati tutti in questo periodo, tende ad amplificare i vissuti emotivi, specialmente quelli negativi come l'ansia. Dalla tua descrizione emerge una forte frustrazione e insofferenza nella condivisione e convivenza forzata con la tua famiglia legata alla situazione presente, che ti spinge a progettare almeno a livello immaginativo un ipotetico allontanamento da casa. Probabilmente vivere lontano dai tuoi genitori potrebbe ridurre le occasioni di scontro e ridurre le tensioni e facilitare la tua concentrazione allo studio, tuttavia come hai già ben anticipato l'assunzione di nuove responsabilità connesse ad una scelta comprensibile e audace potrebbe comunque determinare vissuti ansiosi secondari connessi a tale cambiamento. Lavorare e studiare lontano da casa è una scelta optata da diversi studenti e non impossibile, ma che tuttavia comporta responsabilità, rischi e impegni economici cui fare fronte. La risposta alla tua domanda pertanto, relativa alla possibilità che un allontanamento da casa possa costituire un ulteriore fonte di ansia, credo sia affermativa, perchè come ogni cambiamento implica una dose di ansia, sopratutto inizialmente. Mi sembri un ragazzo determinato e ricco di risorse, e quindi capace di prendere la giusta decisione. Allontanarsi da casa è una reazione alle tensioni familiari ma non una soluzione a lungo termine rispetto ai vissuti traumatici che ti porti ancora. Mi auguro che tu abbia la possibilità, il prima possibile, di continuare a lavorare su te stesso e riprendere il percorso di psicoterapia che hai temporaneamente dovuto sospendere, per avere la possibilità di affrontare quegli aspetti che non hai ancora avuto modo di elaborare e comprendere fino in fondo.

Questo periodo sta mettendo tutti un pò a dura prova, ma riusciremo a superare anche questa situazione di emergenza.

Cari saluti.

domande e risposte

Dott.ssaMaria Anna Di Meo

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale - Napoli

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