Dott.ssa Maria Anna Di Meo

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Dott.ssa Maria Anna Di Meo

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

I miei genitori da anni non accettano la mia relazione, io mi sento soffocare.

Ho 24 anni e ho una relazione da 8 anni, premetto che in questi anni ci sono stati molti periodi bui, dove ci siamo lasciati per poi ritornare.
Nel 2018 abbiamo deciso, cosi', di trasferirci in Francia per un periodo di 6 mesi e iniziare una convivenza, il tutto all'insaputa dei miei genitori (sapevano che ero partita da sola), perche' non avrebbero mai permesso una scelta tale.
Quel periodo sono stata davvero bene sia con me stessa che con lui, ci siamo riscoperti, e abbiamo ritrovato quella serenita' perduta da tempo, la convivenza (stranamente) andava a gonfie vele.
Il problema e' che da sempre la mia famiglia non accetta la mia relazione, i miei momenti bui, i miei ripensamenti, sono sempre stati influenzati dal loro continuo rifiuto nell'accettare il mio partner.
Il motivo mi e' anche ben chiaro, i miei non accettano la nostra relazione per la famiglia del mio partner, con un passato familiare non affatto roseo.
Si sono sempre intromessi nelle mie scelte, e hanno sempre discreditato un ragazzo che non ha colpe in questo caso di non essere nato nella classica famiglia del "Mulino Bianco", ma che a suo tempo si impegna, lavora e soprattutto mi ama.
Non ho un bel rapporto con i miei, non solo per questo, in generale c'e' poco dialogo, e in molti casi mi sento non altro che la loro bambola.
Non discreditano solo il mio ragazzo, soprattutto mio padre, con il quale si puo' dire che quasi non ci abbia un rapporto, ma questo capita spesso anche con me.
Mi sono laureata alla triennale in 3 anni, ho deciso di proseguire con un Master dopodiche' mi sono immessa senza perdere tempo nel mondo del lavoro, sempre con dedizione, e una volta a tavola mi sono sentita dire "Infine una triennale hai" , quasi a dire "ma a cosa vuoi aspirare".
Con lui c'e' zero e vi dico zero dialogo, non c'e' uno scambio di opinioni, perche' esiste solo la sua e non sia mai a sforare il suo pensiero. In quel caso ti discredita, ti offende, e alza la voce.
Ho una relazione da 8 anni, ma forse e' piu' il tempo che l'ho tenuta nascosta, che quello in cui ho potuto viverla invece serenamente, com'e' giusto che sia per una ragazza di 24 anni.
Sono esausta, in casa mi sento soffocare, e forse penso sia giunto il momento di vivere la vita a modo mio, di fare i miei sbagli. Sono stanca delle loro continue etichette, perche' se non hai una laurea (che sia magistrale) allora non vali, se non vieni dalla famiglia più felice del mondo, allora il tuo ragazzo non merita una famiglia che lo accolga per il ragazzo che e', e non per gli errori commessi dalla sua famiglia in passato.
I miei mi ripetono sempre "te la fai sempre con la spazzatura" , " in casa mia non entrera' mai".
Ed e' vero, non entra in casa mia, sono io che vado a casa sua, che passo le domeniche con la sua famiglia, che vado a vedere un film, o a dare gli auguri di Natale. E penso che una persona che non ti ami veramente, non arriverebbe ad accettare tante cose come l'umiliazione di essere denigrato dalla famiglia della tua ragazza.
A 24 anni, nonostante i miei sforzi di costruire un rapporto con i miei genitori, nonostante il carattere forte di affrontare tante parole, tante situazioni e nel credere sempre nei miei sogni (anche quando mi si viene detto che ho una semplice laurea triennale), sono arrivata al punto di volerli cancellare dalla mia vita.

Salve, 

dalla sua descrizione emerge un forte vissuto di dolore e una forte rabbia, sicuramente comprensibile considerando gli eventi e le situazioni che ha vissuto e che tutt'ora si trova ad affrontare in famiglia. Purtroppo i genitori non sempre accettano le scelte dei figli, e spesso hanno aspettative alte e particolarmente pretenziose verso la prole, che si scontrano con le scelte reali ed effettive dei figli, alimentando la loro rabbia e il loro disappunto.

Sicuramente il periodo fuori casa in cui ha sperimentato la convivenza con il suo ragazzo, nonostante la scelta di omettere ai Suoi i dettagli di questa scelta, è stato per Lei un momento di crescita e distacco-allontanamento funzionale dai suoi genitori: la distanza fisica dal suo contesto d'origine ha in un certo senso facilitato a se stessa tale decisione, evento in cui non ha richiesto per la prima volta l'approvazione genitoriale, e che le ha permesso di provare allo stesso tempo un senso di benessere e tranquillità.

Il ritorno a casa dei suoi genitori, ha ri-attivato nuovamente le sue sofferenze e problematiche irrisolte, alimentando questo senso di frustrazione e insoddisfazione. Non sempre, inoltre, possiamo cambiare il punto di vista e le opinioni - pregiudizio altrui. Andrebbero senz'altro approfondite le cause, le aspettative, le motivazioni di questo rifiuto e rigidita' su questa relazione. 

Quello che però mi sento di dirle, è sicuramente di porre l'attenzione su se stessa e su ciò che vuole; anche se non si possono cambiare gli altri, si può certamente fare un lavoro su se stessi. Lei è giovane, intraprendente e determinata, non si lasci scoraggiare dalla mancanza di approvazione dei suoi genitori rispetto alla sua relazione di coppia. Sarebbe opportuno e utile per Lei un percorso psicologico rivolto al potenziamento delle sue risorse personali e finalizzate  ad un graduale distacco dal contesto genitoriale, e in modo specifico alla riduzione dell' influenza che i suoi genitori ancora esercitano su di lei a livello psicologico, che  ostacolano, ancora in parte, la sua crescita ed evoluzione individuale.

Sono a sua disposizione per dubbi o chiarimenti, qualora ne avesse bisogno,

cordiali saluti 

Dottoressa Maria Anna Di Meo

Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

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