Ciao Laura, comprendo bene la difficoltà vista la delicata situazione che, sicuramente, è da attenzionare ma nel giusto modo, per evitare sottovalutazioni o sopravvalutazioni . La prima cosa da fare è arginare la tua paura per consentire un adeguato ascolto di tua figlia affinché la tua paura non crei in lei difficoltà nel raccontarsi (E’ DIFFICILE LO SO). Nell’ascoltare tua figlia cerca per quanto possibile: •di non indurre risposte che confermino o disconfermino un possibile abuso; •non, involontariamente, bloccarle le possibili emozioni emergenti seppur difficili per lei da esprimere e per te da ascoltare; •non farle pressing continuamente sull’accaduto; •cerca di mettere da parte le tue emozioni (fatti aiutare eventualmente da qualcuno) e sostieni e contieni lei che ha bisogno di una figura che riesca a sostenerla efficacemente. Questo serve per contestualizzare, all’interno del racconto di tua figlia, il gesto dell’istruttore. Ti invito a rivolgerti ad una collega esperta del settore che possa accogliere la tua esperienza e che possa aiutarti nel proseguire delle tue possibili azioni, affinché si possa appurare con certezza se ciò che è accaduto rientra in un abuso e seguire eventualmente il protocollo previsto (Spesso ci si trova in casi di falsi abusi). Riguardo l’istruttore eventualmente parla con il dirigente della piscina e vedi un pochino cosa può dirti. E’ possibile anche che il suo modo di rapportarsi sia inappropriato (gestualità e manifestazioni affettive eccessive ) creando difficoltà nei bambini ma questo non significa che agisca un abuso. Spero ti sia stata di aiuto. Saluti PS: se necessiti di delucidazioni puoi contattarmi.