Non riesco a lasciare la mia compagna
Salve, ho 34 anni e sto con la mia lei, che ne ha 32, da 15 siamo genitori di 4 bambini. Il problema è che quando era incinta dell'ultimo, mi ha tradito addirittura lo stesso giorno che ha partorito... Alla fine me lo ha confessato, dopo che l'avevo mezzo scoperta e per il bene della famiglia ho cercato di perdonarla...
Però si sta di nuovo frequentando con quest'uomo, che e molto più grande di lei, 60 anni... E mettendola alle strette mi ha ammesso anche questo e mi ha detto che adesso è un periodo cosi e se non mi va bene, di lasciarla.
Però io sono innamorato di lei e non voglio perderla, però sto anche perdendo l'ultimo briciolo di dignità, che mi è rimasta.... Lei dice che è successo perché l'ho trascurata... So che dovrei prendere ed andarmene, ma non ce la faccio...
Gentile Davide,
apprendo dalla sua richiesta che ha quattro figli, questo mi fa pensare che, insieme alla sua compagna lei abbia un progetto di vita solido e decisamente in controtendenza.
Mi immagino però anche il carico di fatica e di responsabilità che una tale famiglia comporta.
Posso anche facilmente immaginare che la sua compagna sia stata tanto risucchiata dal ruolo materno da sentirsi trascurata come donna, e forse lei, Davide, tanto impegnato nel ruolo paterno e lavorativo da dimenticare che, prima ancora di essere genitori, siete un uomo ed una donna, che hanno bisogno di sentirsi desiderati ed amati dall’altro.
Stupisce, nel suo racconto, il fatto che sua moglie l’abbia tradita addirittura nel giorno stesso del parto. Non posso fare a meno di immaginare che l’altro sia il ginecologo stesso o un qualche altro personaggio carismatico per età e per ruolo.
Lei sente di perdere la dignità nell’accettare questa situazione che ancora va avanti.
E’ imprigionato fra due possibili scelte: lasciare la sua compagna, di cui dice di essere ancora innamorato, o accettare una situazione in cui sente di perdere la dignità. Entrambe queste soluzioni le sembrano inaccettabili, sembrano due opzioni, per il momento, impossibili.
Forse esiste una terza via, che potrebbe essere quella di combattere per il suo amore: non una resa orgogliosa,
”prendere e andarsene” come lei dice, ma un rimanere saldo in quella posizione in cui ha ancora il diritto di restare, nonostante la difficoltà. Si potrebbe cercare di superare il sentimento di umiliazione, attraverso un fiero atteggiamento di consapevolezza dei suoi valori, attraverso il riconoscimento dei reciproci bisogni e difficoltà, attraverso nuovi slanci vitali. Provi a superare lo stereotipo dell’uomo tradito e quindi umiliato e provi a pensarsi come un uomo, che non acconsente ad una facile resa e che difende ciò a cui tiene.
Sentirsi traditi è doloroso, anche se, paradossalmente, questa esperienza può fare bene all’amore. Ci si può accorgere che, insieme alla paura della perdita, emergono nuove emozioni, perché l’altro, rivisto attraverso gli occhi di un terzo, acquista un nuovo smalto, e si riaccende così un desiderio che forse si era sopito in una quotidianità troppo piena di doveri e di responsabilità.
Lasci libera sua moglie di conoscere quest’uomo che, con ogni probabilità, ha fortemente idealizzato, presto potrebbe ritornare a più umane proporzioni, e tutta l’esperienza con lui potrebbe sgonfiarsi come un palloncino bucato da una spina.
La sua compagna forse potrà rendersi conto che quando le tasche sono già piene di sassi colorati non è possibile aggiungerne altri, a patto di liberarsi di quelli che già si possiedono. Ma vorrà veramente farlo? Oppure, in questo momento, sta solo cercando, disperatamente, di alleggerire il peso dell’ennesima gravidanza e della cura di tanti figli?
Psicologo, Psicoterapeuta - Ferrara