Stress
Buongiorno, sono una ragazza di trent'anni, ho sofferto in passato di ansia generalizzata ed attacchi di panico dal 2009, curata prima con arte terapia nel 2012, poi con pscicoterapia dalla fine del 2012 fino a marzo 2016... inoltre ho seguito per nove mesi anche una cura farmacologica che poi ho deciso di interrompere con il mio medico...
Da marzo 2016 a qualche giorno fa, sono stata bene, solo qualche lieve e sporadico sintomo dovuto alla laurea (una normalissima ansia da discussione della tesi).
Vi spiego meglio. A novembre 2016 chiedo la tesi alla mia prof, mi mancava l'ultimo esame da dare, una idoneità d'inglese, l'esame più difficile da dare! Si perché io l'ho fatto circa 10-12 volte prima di passarlo e come me, tanti altri ragazzi. La tesi procede bene, a gennaio a 20 giorni dall'idonetà di inglese, interrompo la ricerca per la tesi e mi dedico a studiare per l'esame! Lo do, ma non lo passo... mi resta disponibile solo l'ultimo appello di aprile, per cui mi sale un po' di nervoso, ma vado avanti con la tesi e nel frattempo studio per l'esame! Le mie fonti per la tesi sono tutte in inglese e francese, ma un po' con il dizionario è un po' con il traduttore, riesco a scriverla, anche facendo le nottate e dormendo per 3/4 ore a notte! Nel frattempo arriva aprile, do l'idoneità e anche sta volta non passo... prendo appuntamento con il prof e iniziamo a correggere il mio compito e alla fine riesco a passarlo. Il 22 maggio mi laureo in beni culturali con indirizzo archeologico con 95/110... non un voto altissimo, ma per me stupendo, visto a ciò che mi era accaduto in passato con il panico...
Mi metto subito alla ricerca di un lavoro, ma nulla... il 15 giugno il mio ragazzo inizia un secondo lavoro estivo, come addetto alla griglia in un chiosco di montagna di un suo amico, i primi due fine settimana, salgo con lui per dargli compagnia, ma mi ritrovo a lavorare gratis. Al che dal fine settimana successivo, percepisco una paga anche io (impiatto la carne, mi occupo dei contorni, degli antipasti e do una mano come meglio posso). Purtroppo non si lavora bene... i datori di lavoro, urlano, insultano, imprecano... se la prendono con il personale, una sera anche con me, per colpa di una friggitrice che non funzionava... purtroppo non mi sono fatta rispettare, mi sono sentita umiliata per come mi hanno trattata, anzi per rispetto dell'amicizia tra il mio ragazzo è questo suo amico ho lasciato correre. Fatto sta che in questo chiosco il lavoro va bene... da i primi di luglio ci chiamano prima dal giovedì e poi dal mercoledì, facendo sempre il servizio di cena tutti i giorni e la domenica anche il pranzo, oltre alla cena. Il mio ragazzo nel frattempo fa doppio lavoro, è stanchissimo e visto che abitiamo a 115 km di distanza e ai suoi pesa ospitarmi tutti i week end (mi disse così la madre), decidiamo di andare a convivere al rustico sotto casa dei suoi, mentre aspettiamo di finire la nostra casa... già il trasloco inizia in maniera strana. I genitori si sbrigano a spostare i mobili della camera del figlio, rompendo per la fretta, anche una parte dell'armadio.
Inizio a sentire nostalgia di casa, i miei li vedo solo se mi vengono a trovare dove lavoro...
Ad agosto iniziamo a lavorare da prima dal martedì sera, mentre dal 14 e per due settimane, facciamo i doppi turni dal lunedì alla domenica... poco prima di ferragosto inoltre ci fu una brutta litigata con i suoi genitori, praticamente entrarono in casa quando noi non c'eravamo e vedendo i pezzi della moto che il mio ragazzo voleva fare biposto, il giorno seguente ci minaccia di buttarci fuori casa che questa è casa sua e lui fa come vuole... nel frattempo la madre, mi insulta con un termine un po' pesante (faccia da fxxxxa) solo perché il giorno prima, mi era entrata in casa con una sua cugina mentre cercavo di riposare per propormi un lavoro notturno in una cooperativa, e al mio rifiuto (no grazie, ma non mi interessa) la cugina ha iniziato a dirmi che la mia laurea era inutile. Li anche...ho cercato di risponderle in maniera più garbata possibile anche se mi ero innervosita.
Fatto sta che dal 28 di agosto, al chiosco non ci andiamo in settimana ma il mercoledì, dopo che avevamo organizzato una serata per il giorno dopo, ci arriva un sms dal suo amico dicendo se poteva salire il giorno dopo appunto. Gli rispondiamo che avevamo un impegno e che non saremmo potuti andare, dal canto suo, ci risponde dicendoci che deve andare con il furgone dei panini ad una festa di paese e non sa chi farci andare. Io mi arrabbio. Dov'è il rispetto? Il patto preso all'inizio? La parola data, perché è solo da parte del mio ragazzo? Perché non ci ha detto prima che dovevamo andare lì giovedì, visto che comunque lui per vendere panini ad una festa doveva prenotare i posti prima? Fatto sta che il mio ragazzo va li ed io vado a fare la serata con la mia migliore amica... alzo un po' il gomito bevendo un cocktail di troppo e il giorno dopo sto a pezzi! Stomaco chiuso, nausea, vertigini e ansia fortissima...
Questo week end abbiamo lavorato solo sabato poiché ha piovuto e in montagna faceva freddo... ieri pomeriggio ci siamo goduti il nostro primo pomeriggio libero da quando ho iniziato a scrivere la tesi.
Purtroppo però, avverto i sintomi dell'ansia da venerdì, paralisi del sonno, incubi, mi sveglio tremando, mi viene da piangere, mi mancano i miei, ho lo stomaco chiuso e faccio fatica a mangiare (solitamente sono una buona forchetta), ho la nausea, la tachicardia e a volte ho paura di non farcela. Mi sveglio con l'angoscia addosso! Non mi sono goduta per niente questa estate! Ho solo aumentato il mio livello di stress!
Ora la cosa che mi turba è un lavoro... ho portato il mio curriculum a negozi e inviato online a molte aziende, ma nessuno mi ha richiamata...
Sono davvero preoccupata, spero solo che qualcosa esca fuori prima o poi!
Scusate la lunghezza del post, ma mi sento davvero preoccupata! Ho paura di ricadere nell'oblio dell'ansia
Carissima,
dopo le grandi faticate della laurea in cui ha fatto le nottate, mi sembra che sia stata travolta dagli eventi, senza averli veramente scelti.
Dopo una breve ricerca ( dal 22/5 al 15/6..!!!), non avendo trovato un’immediata occupazione, raggiunge il suo ragazzo che fa un secondo lavoro presso il chiosco di un amico, in montagna.
Ben presto viene coinvolta anche lei in questo lavoro che ha ritmi sostenuti e incalzanti, e dove i gestori urlano, insultano, imprecano, se la prendono con il personale. Lei si sente umiliata per come viene trattata.
A questo si aggiunga che non si è sentita accolta e rispettata anche dalla famiglia del suo ragazzo presso la quale avete trovato una provvisoria sistemazione.
Non c’è da meravigliarsi che non si sia goduta l’estate visto che i fattori di stress sono stati su più fronti.
Il suo incalzante racconto rende palpabile il clima di affanno, fatica, stanchezza, mancanza di rispetto, umiliazione, che le fa sentire la nostalgia di casa.
Dice che state cercando di finire la vostra casa e, proprio per questo sembra, cercate di lavorare il più possibile, andate avanti a testa bassa senza sosta, senza pensare troppo alla fatica e al costo psicologico.
Il lettore del suo scritto quando arriva a “questo week end abbiamo lavorato solo il sabato poiché ha piovuto e in montagna faceva freddo…ieri pomeriggio ci siamo goduti il nostro primo pomeriggio libero da quando ho iniziato a scrivere la tesi.”tira un sospiro di sollievo, e si sofferma finalmente su questa frase riposante, immaginando la pioggia, il freddo, la montagna.
Però, sospesa l’azione, i sintomi dell’ansia e della paura ritornano. Come se non ci si potesse fermare a riposare un po’.
L’azione è necessaria per tutti noi, ma quando c’è un surplus di fatica e di sollecitazioni conflittuali diviene anch’essa fonte di stress, di confusione, di alienazione dalle proprie profonde esigenze. Se ci saranno ancora lavori occasionali da fare, non se ne faccia travolgere e, se possibile, si allontani dalla famiglia di lui, non mi sembra una buona soluzione vivere nella stessa casa.
Finiti gli studi, ora si trova in quella fase critica del suo percorso in cui ha bisogno di dare una forma alla sua vita che la faccia sentire al sicuro: costruire la casa…trovare un lavoro.. Se ne dia il tempo.
Occorre spargere tanti semi e aspettare, senza affanno, fiduciosamente, il tempo del raccolto.
Se ne sente la necessità ritorni a fare qualche incontro dal suo terapeuta.
Le invio i miei migliori auguri e il mio incoraggiamento.
Psicologo, Psicoterapeuta - Ferrara