Soffrire per un amore non corrisposto
Gentili psicologi, sono un ragazzo di 31 anni e scrivo perchè mi trovo in una situazione che mi sta facendo soffrire molto e da cui non riesco ad uscire: mi sono innamorato di un ragazzo ma non sono corrisposto. L'ho conosciuto questa estate su un app di dating, in un periodo in cui avevo un forte desiderio di instaurare una nuova relazione, poichè mi stavo riprendendo dalla storia con il mio ragazzo precedente, per la cui fine avevo sofferto molto. Desideravo poter finalmente essere felice con qualcuno. Questo ragazzo mi attraeva molto, ed il primo mese di conoscenza è stato molto positivo, ci siamo visti varie volte e trovato una buona intesa, sia fisica che mentale. Tuttavia da Settembre qualcosa da parte sua è cambiato, è diventato più schivo ed ha iniziato a farsi sentire meno. Inizialmente credevo fosse solo una mia impressione sbagliata, dal vivo si comportava normalmente, e quando gli ho chiesto se andasse tutto bene ha risposto di si. Preciso qui che non abbiamo mai dato una definizione al nostro rapporto, eravamo solo due persone che si stavano frequentando, ma io ero molto entusiasta perchè lui mi piaceva molto e speravo di aver trovato una persona adatta a me. Ammetto di non avergli mai chiesto cosa si aspettasse dalla nostra frequentazione. Col passare del tempo la situazione è peggiorata e lui è diventato sempre più distante e telegrafico nelle comunicazioni. Inoltre sono nell'impossibilità di vederlo poichè sta preparando un esame molto impegnativo, che darà a giorni, per cui ha trascorso l'ultimo mese a studiare, e vivendo distanti non siamo riusciti a vederci. L'ultima volta in cui è accaduto inoltre sono riuscito a dargli a malapena un abbraccio. Tutta questa situazione mi fa soffrire molto, poichè io mi sono preso una grossa cotta per lui, per non dire che mi sono proprio innamorato. Penso a lui in continuazione, vorrei scrivergli e chiedergli come sta e cosa fa, ma mi trattengo perchè so che probabilmente mi risponderebbe in maniera telegrafica e starei peggio di prima. Sono consapevole che probabilmente da parte sua è venuta meno l'attrattiva iniziale, ma in questo momento io non riesco a voltare pagina. Vorrei tanto parlargli dal vivo e chiedergli quali sono le sue idee ed i suoi sentimenti, o anche semplicemente dirgli addio vedendo che non vuole stare con me, ma so già che prima di quel maledetto esame non potrò rivederlo (e mi chiedo se in realtà anche dopo). Vorrei avere un moto di orgoglio personale e smettere di scrivergli pensando "che se ne vada al diavolo". L'unica volta che ho provato dopo pochi giorni lui ha ripreso a cercarmi, accrescendo ancora di più in me la confusione. Mi sento bloccato in questo limbo di indeterminatezza e non so come uscirne, la mente torna sempre su di lui, anche perchè una parte di me continua a sperare che dopo l'esame possa esserci un suo (improbabile) ritorno.
Caro Gianni,
Il fatto che ci si innamori denota una disponibilità di apertura all'altro di cui non tutti sono capaci.
Tale apertura è fonte di quelle meravigliose emozioni che si generano nel contatto fra due menti. L'altro che prima era estraneo e indifferente, nell' incontro, diviene intimo ed emozionante.
Il contatto del proprio desiderio con quello dell' altro, l'incontro del proprio desiderio con quell'"oggetto" a lungo atteso e cercato suscitano sensazioni di stupore e di magia. Il miracolo di incontrarsi e di riconoscersi ci lascia increduli e traboccanti di emozioni che fanno sentire rinnovati e rinati.
Nel contatto mentale e fisico con l'altro si rievocano antiche sensazioni di gioia e beatitudine, quasi si fosse ritornati bambini con un seno da succhiare in un abbraccio in cui perdersi e lasciarsi avvolgere dimenticando chi eravamo.
Ma quella dell'innamorato è anche una condizione di fragilità, quanto più è aperto tanto più è indifeso. Se l'altro si allontana, se ritorna estraneo ed indifferente ci ferisce proprio là dove siamo più esposti ed indifesi, nella nostra infantile ingenuità e speranza che quel bene che abbiamo sperimentato possa essere per sempre.
Accorgendoci che non è così, dobbiamo allora chiamare illusioni le nostre speranze. Ma non è così facile perché la nostra mente, diretta dal cuore, si attarda ancora a lungo sull'orlo della speranza spiando indizi e segnali d'amore. E se non ci sono, per un po' ne siamo annichiliti e il pensiero diviene inutilmente ossessivo.
Poi l'adulto riemerge, un ragionare malinconico ma più obbiettivo prende il posto di quel dolore così cocente. Nuovi fremiti e curiosità si affacciano a riempire il vuoto lasciato da colui che si è allontanato.
Ma non disperiamo ! È un privilegio avere sperimentato quelle vivificanti emozioni. Esse torneranno ancora se il cuore sarà aperto pur sapendo che potremmo essere feriti. E forse in uno di quegli incontri potremmo avere la fortuna di riconoscere colui col quale costruire un profondo sentimento. Le emozioni sono meravigliose ma sono come la schiuma del mare che in un attimo si dissolve, il sentimento invece è come il mare, è stabile e profondo.
Dott.ssa Maria Gurioli
Psicologo, Psicoterapeuta - Ferrara