Non riuscire a ricominciare né a lasciare
Buonasera, Scrivo perché non riesco a capire se sono in crisi con il mio compagno o con me stessa. Stiamo insieme da 11 anni e lui è stata sempre una persona molto premurosa: prepara i pasti, pulisce se io lavoro o ho altro da fare, stirava perfino. Però c'è una contraddizione che negli anni mi ha portata ad avere sentimenti molto contrastanti nei suoi confronti: è sempre stato geloso. Quest'anno e non è uno scherzo sono riuscita a uscire per la prima volta a cena con delle amiche, due anni fa era successo e tornando a casa l'avevo trovato col muso che tiene anche per due giorni senza parlarti. Ho solo tre amiche e anni addietro ha sempre messo il muso o ha fatto sceneggiate se andavo al cinema con loro o mi attardavo. Quando ho voluto lavorare si è sempre lamentato perché tanto lui non fa mancare niente. Poi quando seguo qualcosa, fosse pure la religione, dice che io non posso farlo perché sono una persona che entra in fissa e non sa avere passioni dandosi una regolata. In pratica pretende sempre di guidarmi lui, dirmi cosa mettere (qui gli ho dato sempre ascolto perché mi hanno detto sempre in molti che non mi so vestire). Però ho cercato di fargli capire più d'una volta che mi soffoca con la sua gelosia, ora ha cambiato versione dice che non si fida degli altri prima diceva di non fidarsi di me. Poi spesso nega di aver detto cose che ha detto. Nega di aver fatto cose che ha fatto. Più volte mi sono tenuta il mal di fegato perché tanto discutendo non si raggiunge mai nulla, ha ragione sempre lui e se insisto mi rivolge brutte parole o sbatte via il piatto o altre cose che ha davanti. Io gli parlo sempre durante i pasti perché è quando lo vedo. Mi sono tenuta il mal di fegato perché dice parolacce, bestemmie e poi sta senza parlare anche tre giorni per riavvicinarsi quando gli passa. In tutto questo i nostri rapporti intimi sono diventati meccanici da due mesi dopo la nostra conoscenza, non mi bacia nemmeno e nonostante abbia fatto di tutto per fargli capire che mi serve affetto e gliel'abbia detto a chiare lettere ho ricevuto sempre solo risposte tipo trovati un altro, devi essere una persona seria, ecc. Non ha mai detto di amarmi e stufa di tutto gli ho chiesto se mi ha mai amato. La risposta è stata che è incastrato con me che non ho un lavoro che non posso vivere da sola senza di lui e per questo è rimasto con me non per amore. Ha sempre saputo che non avendo avuto una famiglia ho sofferto ma spesso l'ha usato contro di me dicendomi che non so amare perche non sono stata amata. Mi ha rinfacciato gli anni che ha passato con me dicendo che non ci ha guadagnato niente perché non ha una famiglia ancora. Ma io non mi sono sentita di fare una famiglia per il modo in cui si comporta e che mi spiazza. Adesso ho 31 anni lui dieci in più non riesco a riiniziare a vivere, ho la media del 29 all'università ma ora non riesco manco a studiare. Sono stata a letto per due mesi incapace di fare la qualunque. Ora mi sento davvero come se non potessi più andarmene, lavorare, ricominciare, si è rotto qualcosa in me e nemmeno riesco a immaginare di rimanere con lui. Io non so se sono troppo sensibile, non in grado di sopportare, e questo cozza con l'immagine di persona sorridente e piena e attenzioni che è in altri momenti. Ho tentato di chiedere confronti alle mie amiche e mi han detto che in casa loro pure succede e che forse io esagero. Cosa dovrei fare?
Buongiorno Silvia,
nel leggere le sue parole percepisco la difficoltà nel sentirsi "incastrata" in una relazione in cui, in qualche modo, sembra che ci sia poco spazio per sognare e desiderare qualcosa, sia insieme come coppia, sia individualmente come Silvia. Mi chiedo se ha senso immaginare che in coppia sia necessario "essere in grado di sopportare" quanto piuttosto "essere in grado di supportarsi a vicenda". Se ha la percezione che i suoi tentativi di espressione personale sono stati scoraggiati (lavoro, interessi, amicizie...) forse può raccontarci perchè oggi si senta "come se" non potesse più fare qualsiasi altra cosa (andarsene, lavorare, ricominciare...). Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla ad "aggiustare ciò che sente essersi rotto" e comprendere, pian piano, quale scelta intraprendere.
Un saluto
Dott.ssa Maria Pia De Sandro
Psicologa Psicoterapeuta