Cosa devo fare per avere una vita più soddisfacente
Buonasera, il mio nome è Alessandro e scrivo questa mail nella speranza che sia successivamente evasa, per avere delle informazioni e un aiuto che sia per me fonte di stimoli per una analisi profonda e chiarificatrice. Da anni sono insoddisfatto di me stesso e della mia vita. Cerco sempre di fare quante più cose possibili a livello lavorativo (attualmente collaboro con una Cooperativa Sociale, svolgo un tirocinio in un studio commerciale e scrivo Business plan per conto di clienti che vogliono avviare una loro attività), premetto che sia il tirocinio che le varie collaborazioni sono spesso non retribuite ma lo faccio per acquisire sicurezza ed esperienza nella speranza di avere in futuro un lavoro più stabile e sopratutto più definito. Purtroppo dopo un primo momento di entusiasmo iniziale, da un po di mesi a questa parte sembra che io abbia come una sorta di disincanto nei confronti delle collaborazioni e dei lavori che svolgo, un pò perché non ricavo molte gratificazioni economiche e un pò perché sembra che queste mie collaborazioni dopo un pò si arenino in un nulla di fatto, facendomi dubitare delle mie competenze e capacità. Inoltre facendo più lavori insieme cerco sempre di dare il massimo, facendo tanti sacrifici, non dicendo mai di no specie in ufficio dove tutt'ora svolgo il mio tirocinio per diventare un commercialista, e questo mi crea difficoltà nel organizzarmi con le altre collaborazioni che svolgo e discussioni con la mia fidanzata che mi vorrebbe diverso e più deciso sotto questo punto di vista.
Adesso mi si presenta l'opportunità di un colloquio con una importante azienda ma invece di essere contento mi sento preoccupato e triste, probabilmente perché queste emozioni negative e questo vuoto che sento dentro, me lo porto da tanto tempo. Mi sento sempre giudicato e sento come se le persone si approfittino di me per la mia eccessiva bontà e la mia eccessiva malleabilità. Ho come la sensazione che nulla possa essere fatto per migliorare le cose. Per questo ho anche paura di come possa andare a finire il colloquio anche perché ho il terrore di fare brutta figura e di non essere all'altezza di svolgere questo lavoro nel caso in cui dovessero assumermi.
Spero possiate darmi una mano.
Grazie in anticipo.
Gentile Alessandro,
da quello che dice ho l’impressione che la conclusione e il guadagno per lei possano essere fonti di preoccupazione. Tuttavia da qualche mese le cose stanno cambiando e lavorare senza un riconoscimento monetario non funziona più. Questo momento di disagio è una fortuna per lei, non trova?
Adesso si trova davanti ad una scelta difficile: alla possibilità di cominciare a lavorare con una remunerazione?
Io sono sicura che lei può affrontare con molta dignità e competenza il suo prossimo colloquio di lavoro e anche che può svolgere il lavoro che le viene assegnato, dopo averlo appreso. Una persona che riesce a cercare e trovare più occupazioni e a svolgerle assieme è una persona che ha inventiva, propositiva e, soprattutto, che sa organizzarsi in situazioni difficili.
La mia domanda allora è: qual è o quali sono gli impedimenti immaginari che la ostacolano?
Una certa tristezza potrebbe essere suscitata dal passo che questo lavoro vero le permetterebbe di fare. Passo che propriamente è un passaggio dalla vita da studente (tirocinio, collaborazioni da volontariato) alle responsabilità dell’età adulta, le quali comportano finalmente l’approdo alla libertà ma le impongono di abbandonare le sicurezze (illusorie) della vita passata. In questo momento si trova davanti ad un vero e proprio lavoro del lutto del suo statuto passato. Questo comporta del dolore ma il vuoto che sente sopraggiungere potrebbe essere legato alla rinuncia che lei attua nel momento in cui si mantiene in uno stato di limbo fatto di collaborazioni in volontariato, che non le riconoscono la bravura, la fatica, il valore di quello che fa.
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicoanalista - Bari - Taranto