Da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari

Mi chiamo Greta, ho 25 anni e da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari. E' molto difficile riassumere la mia storia in poche righe, ma tutto è iniziato con una semplice dieta alle superiori per perdere qualche chilo. Da lì poi la ricaduta nelle abbuffate, che mi accompagnano da sempre, in un circolo vizioso senza fine. In questi ultimi anni pensavo di aver trovato il mio equilibrio, mi sono appassionata sempre più al fitness e all'alimentazione corretta, ma forse proprio tutto questo ha scatenato in me delle abbuffate sempre più violente. Ora mi capita anche di abbuffarmi per una settimana intera, mi sento male psicologicamente e fisicamente ma allo stesso tempo non riesco a fermarmi. Ancora mi chiedo da cosa dipenda tutto questo, sono una normalissima ragazza, sono laureata in lingue e sto proseguendo gli studi per conseguire la laurea magistrale, ma ho un senso di inadeguatezza che non mi abbandona mai, specialmente ora che sto riprendendo peso a causa di queste abbuffate. Vorrei chiedervi un aiuto per uscire da questo incubo, anche solo un consiglio, ne ho davvero bisogno. Grazie della disponibilità.

Cara Greta

Come Lei dice bene i fatti sono due; il senso di inadeguatezza e i suoi sforzi di non sentirlo dicendosi che è una normalissima ragazza eccccc. .Non ci sono perché “razionali” che ci spieghino a fondo come mai ad un certo punto questo senso di inadeguatezza compaia e tenda a non andarsene. Se fosse tutto così semplice basterebbe la “volontà”, come molti ritengono, per superare ogni crisi. In fondo lei stessa si è impegnata a fondo con l’attività fisica, con il seguire un’alimentazione corretta, insomma non se ne è stata con le mani in mano. Eppure nulla cambia; il senso di non essere adeguata, le abbuffate….. Tutto inizia a 18 anni, dice; un’età di passaggio che spesso, troppo spesso oggi, riteniamo quasi un semplice adeguamento burocratico. Si tratta invece di un salto, di un ulteriore (non certo il primo) passo verso l’età adulta, verso la “propria” vita. “Quale” vita? Secondo quali bisogni? Quali sogni? Ascoltando quali voci? Ecco, seguendo Hillman bisogna anche cercare di ritornare a quei momenti nei quali, in qualche modo, ricordiamo che la nostra vita ha subito una svolta, soprattutto la nostra vita interiore. Se esiste un momento chiave nella nostra crescita è forse quello in cui abbiamo smesso di credere di avere un destino, una vocazione, una natura profonda che, manifestandosi in un linguaggio solo a noi noto, continuava invece a guidarci e, soprattutto, a farci sentire bene, profondamente bene. Le abbuffate, le inadeguatezze saranno facilmente superate se ritroverà ciò che ha perduto forse molto prima dei 18 anni, quando forse ha deciso che qualcosa di lei doveva “morire” perché lei potesse essere un adulto “normale”. Le auguro ogni bene.