Quale futuro ?
Buongiorno. Sono un uomo di 38 anni, dirigente di azienda, due lauree, un dottorato, ex dipendente universitario e... profondamente insicuro con le donne. Dopo dieci anni di una storia bellissima con una persona fantastica, finita ahimè di comune accordo per problemi logistici irrisolvibili, mi ritrovo a convivere da un anno e mezzo in una coppia di single, o meglio una coppia tra un fidanzato e una single, che single lo è sempre stata, salvo due storielle di pochi mesi in cui entrambi i “lui” sono fuggiti e alcuni incontri occasionali durati una notte o poco più. Ho la sua foto ovunque, dal pc del lavoro, allo sfondo del telefonino, etc. Come facciamo una gitarella, faccio sempre mille foto per poi condividerle tutto contento sulla mia e sulla sua pagina. La mattina, come arrivo a lavoro, le mando un messaggino con un'immagine fantasy/romantica per avere come risposta: "miao, ho tanto sonno, ho bisogno di smaltire tutto lo stress arretrato, ho sofferto tanto e ora ho bisogno di pensare a me stessa e fare le cosa che mi piacciono e mi fanno star bene". Cosa fa lei invece? Zero di tutto. Il suo profilo FB è pieno di articoli sui problemi mentali, su sfighe di ogni genere. Non mi fa mai una foto. Quando siamo insieme mi sommerge di chiacchiere e discorsi da bambina di cinque anni; se io provo ad aprire bocca, subito mi ferma e mi parla sopra o si aliena pensando ai fatti suoi. Se non sono con lei, dentro di sé cova un misto tra rabbia e senso di abbandono. Se sono con lei si sente opprimere e va dicendo alle mie spalle che ha bisogno dei suoi momenti di libertà, di fare yoga, pilates, etc. Le dico di fare quello che vuole, visto che in questo periodo non lavora (lavora nelle scuole) per cui le ore le avanzano, ma rimane chiusa in casa col telefono in mano tutto il giorno a prendersi i fatti di amiche e sconosciute. È di una tirchieria patologica, per cui ogni tanto pago io. La sommergo di regali, tra weekend fuori in castelli, cene, etc. e va dicendo in giro che sono tirchio. Fa capire senza troppi giri di parole che se voglio un figlio, lei deve smettere di lavorare e io devo mantenerla a vita, altrimenti nisba (ricatto?). Di nascosto va chiedendo a sconosciute o poco più se sono interessate a fare weekend insieme in terme etc. ovviamente senza di me: qui i soldi li ha dicendo sempre che ha bisogno di amiche. Si lamenta che deve fare 14 minuti di treno di pendolarismo più qualche minuto a piedi visto che si rifiuta categoricamente di guidare, mentre io mi devo fare 30 minuti di auto in strade assurde. La scarrozzo sempre ovunque per cercare di farla divertire facendo tutto quello che fa piacere a lei (la ratio è circa 30 ad 1). L’ho accompagnata da psichiatri, psicoterapeuti, etc., pur di aiutarla. Dentro casa fa quasi niente. Si lamenta in continuazione di tutto. Sono costretto a farle da baby sitter, da clown, da infermiere, da badante, etc., visto che, ahimè, non sa fare proprio nulla. Ha parlato male di me con tutte le persone che conosce. Ogni volta che dico che vorrei chiudere, comincia una sceneggiata in cui piange come una fontana, dice che mi ama da morire, che io sono perfetto, minaccia di uccidersi, mi implora buttandosi per terra, mi sequestra telefono, chiavi della macchina, etc. Quando ha crisi di rabbia o di gelosia, mi aggredisce fisicamente, picchiandomi, graffiandomi e, una volta, cercando di strangolarmi. Dopo ogni lite promette mari e monti, ma l'unica cosa che sa realmente fare è parlare male di me il giorno dopo con la prima che le capita a tiro per punirmi. Sessualità: è mezza frigida e spesso mi lascia anche per un'ora in attesa di non si sa cosa, mentre lei magari sta distesa sul letto immersa nei suoi pensieri. Chiedo un vostro gentile parare.
Buonasera Matteo,
ho letto con attenzione la sua lettera e vorrei capire meglio cosa pensa che la psicologia possa fare per lei in questa situazione. Con quale obiettivo sta chiedendo questo “parere”? Per capire meglio cosa fare lei, o per trovare un supporto per riportare all’ordine questa donna che sembra non comportarsi come lei si aspettava? Sarebbe interessante rapportare questa dinamica relazionale, in cui sembra venir meno il suo controllo della situazione, con il resto della sua vita, ad esempio con la vita professionale, nella quale sembra aver raggiunto diversi traguardi. Nella sua vita ha in generale bisogno di avere tutto sotto controllo? E sul lavoro ha questo tipo di padronanza delle cose, che invece sembrano sfuggirle di mano nel rapporto con questa donna?
A inizio lettera lei parla di insicurezza nei rapporti con le donne, ma in questo caso non mi sembra si tratti di questo, quanto piuttosto di quale siano le motivazioni per cui si trovi in una relazione cosi conflittuale con questa donna, del tipo di relazioni che instaura con le donne, ma ci sarebbe da capire meglio quali schemi di relazioni stabilisca di solito nei rapporti sentimentali. Sempre di questo tipo? E perché non prova a cambiare modalità di relazione? Che ruolo hanno relazioni di questo tipo entro il contesto più generale della sua vita, quanto senta che le faccia bene o male restare in queste dinamiche senza provare altre modalità di relazione. Di solito nelle relazioni sentimentali – nonché in quelle amicali, o parentali o lavorative – si è mai domandato quanto spazio ci sia per poter costruire qualcosa di reciprocamente salutare per tutte le parti in gioco? E se le sue valutazioni al riguardo sono negative, che tentativi ha fatto per provare a cambiare la situazione?
In generale mi sembra che la situazione di cui ci parla, segni un punto critico che va inquadrato meglio nel contesto dei rapporti tra vita sentimentale, vita lavorativa, tempo libero, eccetera. Sembra che essa ci indichi – come un lieve indizio – la necessità di ripensare più in generale i suoi modi di stare nelle relazioni, in quali relazioni, con chi e perché.