Come faccio a riportare da me mia figlia adolescente?

Mia figlia ha 14 anni e frequenta il Liceo. Dall’estate dopo la terza media sono iniziati i problemi: primo ho scoperto che si era fatta un profilo falso, da ragazzo per giunta, su Instagram, poi ha attraversato la città con una compagna di classe appena conosciuta per andare a comprare del fumo, poi la sigaretta elettronica, le sigarette, bugie una dopo l’altra, parolacce e bestemmie scritte sui social in più la trovo alle tre di notte che si è rialzata per controllare i messaggi o a parlare tranquilla. Le ho trovato dei tagli fatti con la lametta sul braccio, dice perché avevamo litigato. Ma quello che mi preoccupa di più è che non riesco a scambiarci una parola: o sta chiusa in bagno o sta chiusa in camera o ci sono le attività o vuole uscire. L’ho persa. Come faccio a riportarla da me? pensavo fosse un periodo ma è sempre peggio. Sono disperata, ho paura che si metta nei guai.

Buona sera Sabina,

mi chiamo massimo frigo, sono uno psicologo di Varese, lavoro da anni nelle scuole medie e ho incontrato diverse situazioni come la sua. Tutte famiglie preoccupate, disperate. Genitori che si sentono soli e disarmati. Professori che non capiscono, arrancano e si affidano agli psicologi di turno chiedendo soluzioni immediate.
Cercherò di essere conciso e chiaro, per arrivare subito al punto, ma l'argomento meriterebbe un approfondimento e una trattazione più lunga.

Secondo lei questi ragazzi, come sua figlia, stanno bene? sono sereni? si sentono al sicuro?
Posso dire che si sentono al contrario, in difficoltà, smarriti, persi, arrabbiati, spaventati, delusi, sconfortati.
Questi atteggiamenti sono sintomi del loro malessere e più lo gridano forte, più si mettono in pericolo, più lo ostentano e più cercano qualcuno che si accorga di loro. Quindi chi meglio dei genitori, chi meglio di chi li ha messi al mondo e li ama, può rispondere a questo grido d'aiuto?
questi sintomi appaiono proprio come un segnale di bisogno di conferma di identità, che può essere confermata solo da chi li ha messi al mondo. dovrebbe essere di facile comprensione che il percorso verso la conferma della propria identità passi attraverso il rapporto tra le persone più simili al mondo, cioè la mamma con la figlia e il papà con il figlio.
Per questo motivo, riscoprire quel gesto che ha contraddistinto la nascita, la crescita, la rassicurazione del bambino, cioè L'ABBRACCIO, permette a ciascuno di riprendere in mano la propria sicurezza e la propria vita in un rapporto edificante.
L'ABBRACCIO è il gesto d'elezione che sottolinea l'unico rapporto possibile per chi ha bisogno di ritrovare se stesso, cioè il rapporto primario.

Per concludere signora, non deve aver paura di mostrare le sue emozioni e i suoi sentimenti a sua figlia, già lei ne avrà tantissima delle proprie. Per questo più la rifiuta e più sta dicendo che ne ha bisogno dei suoi abbracci. Mostri la sua fiducia nel rapporto e la sicurezza che è ciò di cui ha bisogno per crescere e non tema i suoi rifiuti, ma si avvicini con calma. I ragazzi hanno bisogno di vedere costanza e conferme per comprendere col sentimento che le cose possono cambiare e dei genitori possono fidarsi ancora una volta e per sempre.

 

 

domande e risposte

Dott.Massimo Frigo

Psicologo - Varese

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