Padre assente e confusione del bambino
Salve, sono mamma di un bambino di 6 anni. L’ho cresciuto interamente da sola, il padre ha avuto condotte violente nei miei confronti (mai con il bambino) e a seguito di ben due processi civili, mi hanno dato l’affido super esclusivo e la totale possibilità di prendere decisioni inerenti a mio figlio. Il padre è venuto a prenderlo un solo giorno in due anni, e tutto il rapporto che ha con lui si basa su una telefonata o videochiamata circa ogni 7/10 giorni a secondo dei periodi. Fortunatamente mio figlio non ha mai assistito alle condotte violente, o comunque era molto piccolo aveva meno di un anno e non ricorda nulla. Io non ho mai parlato del papà in termini negativi, e quelle poche volte che è stato Con lui, ha ricevuto da parte mia tranquillità, mai spigato nulla. Ora però il bambino sta vivendo una confusione interna, comprende che il papà è diverso da quello dei compagni, comprende la sua assenza, e non comprende il perché di tante cose. Vive emotivamente un caos al quale io vorrei aiutare a fare chiarezza. Mi domando se debba iniziare a comprendere che il papà non sarà mai presente come dovrebbe, o se io debba invece non dare nessuna risposta e continuare a rinforzarlo Positivamente. Ho preso appuntamento per un primo consulto, perché mi Domando se possa aiutare un percorso psicologico. Continuo a sentirmi dire da tante persone amiche e familiari che il padre per lui sarà sempre il padre, come se questa condizione non possa essere mai cambiata, ma io mi domando, se il padre è stato allontanato, perché ritenuto dannoso, e può vedere il bambino solo in mia presenza (cosa che comunque non ha ancora mai richiesto) è giusto continuare a incentivare il rapporto padre figlio? Questo può essere deleterio per il Bambino? Quanto davvero bisogna continuare a consideralo figura imprescindibile per il bene del bambino? Sono confusa anche io e vorrei proteggerlo dalla sua confusione, dargli delle risposte, ma non so quale strada sia corretto seguire. Grazie
Grazie per aver condiviso la sua situazione, che è indubbiamente complessa e emotivamente carica. È evidente che sta cercando di fare il meglio per suo figlio in circostanze molto difficili. Tuttavia, è importante sottolineare che non sono uno psicoterapeuta o un professionista della salute mentale.
La decisione di come gestire il rapporto tra suo figlio e il padre è delicata e potrebbe avere un impatto significativo sul benessere emotivo del bambino. È positivo che abbia già preso un appuntamento per un consulto psicologico; un professionista potrà fornirle un quadro più chiaro su come affrontare queste questioni delicate.
Le persone possono avere opinioni diverse su quanto sia importante la figura del padre nella vita di un bambino, ma la priorità dovrebbe essere sempre il benessere del bambino stesso. Se il padre è stato giudicato dannoso per il bambino, come sembra dal suo racconto, potrebbe essere nell'interesse del bambino limitare quel contatto.
La confusione che suo figlio sta vivendo è comprensibile, e un percorso di supporto psicologico potrebbe essere molto utile per aiutarlo a gestire questi sentimenti complicati. Potrebbe anche essere utile per lei, come madre, per navigare in queste acque difficili.
In generale, la trasparenza e l'onestà sono importanti, ma è fondamentale che qualsiasi informazione sia condivisa in un modo che sia appropriato all'età e alla maturità emotiva del bambino.
Grazie per aver condiviso la sua storia e le auguro il meglio nel trovare le risposte e il supporto di cui ha bisogno.