Dott. Matteo Piccioni

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Dott. Matteo Piccioni

Psicologo/specializzando in Psicoterapia

Limiti caratteriali

Sono una ragazza timida, introversa e un po' sileziosa; ultimamente la situazione sembra peggiorare, o meglio, iniziando il tirocinio universitario, ho potuto constatare di come il mio carattere sia un limite a livello lavorativo, oltre che a livello sociale. Mio malgrado ho scelto di fare un lavoro nel quale dovrò avere un continuo contatto con le persone (farmacista). Ora, se questo da un lato mi spaventa tantissimo, dall'altro mi accende una speranza: la possibilità di abbattere questi miei limiti una volta per tutte. Però, mi rendo conto di avere tante di quelle ferite, paure e conti in sospeso con il mio passato da non poter riuscire a superare tutto così semplicemente. Diverse situazione in passato, tra cui principalmente bullismo subito a scuola, ma non solo, hanno totalmente stravolto la mia persona, il mio carattere. Da bambina ero vivace e socievole, ma in seguito a questi spiacevoli avvenimenti qualcosa dentro di me ha iniziato a spegnersi, lentamente, arrivando ad essere a 27 anni una persona totalmente inadeguata con il resto del mondo, con un'autostima piuttosto bassa, e con difficoltà enormi nell'affrontare la vita di tutti i giorni. Se potessi resterei chiusa in casa a nascondermi dal mondo. In poche parole, non riesco quasi mai a farmi valere, a fare uscire il mio carattere; tutto mi ferisce, anche cose di poco conto; non mi sento all'altezza di nulla; non so esprimere bene i concetti a parole, forse per paura di essere giudicata, e il più delle volte preferisco tacere; sono impacciata e goffa, insicura; sono quasi sempre stanca e con la testa fra le nuvole, a causa dei miei pensieri, i quali prendono il sopravvento, facendomi essere poco concentrata nelle attività... Mi ritrovo spesso a piangere, ovviamente sempre lontano dagli altri perché nessuno sa dei miei tormenti. Apparentemente, infatti, sembro la persona più tranquilla di questo mondo. A tutto questo poi si aggiunge la mia anaffettività. Sono una persona molto fredda, restìa al contatto fisico, diffidente e, a volte scontrosa, ma non apatica, anzi riesco a percepire benissimo le emozioni degli altri, ma per paura di sbagliare i modi ed essere invadente faccio finta di nulla. Cosa che non vorrei... Il mondo purtroppo è spietato e io ho conosciuto la cattiveria già da bambina, per cui preferisco starmene da sola. Tengo in qualche modo lontano tutti. Quei pochi amici che ho e i parenti mi conoscono solo superficialmente. A 27 anni non ho mai avuto nessuna relazione, nessun contatto con l'altro sesso perché la paura mi ha sempre frenato e non sopporterei una delusione. Inoltre, i maschi, e i loro modi poco garbati nei miei confronti, sono stati una delle cause dei miei tanti disagi durante la crescita, per cui ho sempre rifiutato di avere un contatto con loro. Anche la paura di incontrare individui poco raccomandabili, che da quello che sento è abbastanza frequente, mi terrorizza. Credo di aver bisogno di uno psicoterapeuta ma ho paura. L'idea di dover parlare a qualcuno dei miei problemi mi spaventa, anche perché non penso di riuscire a esprimere bene quello che sento e sicuramente passerei tutto il tempo a piangere. Per il momento ho deciso di sfogarmi qui.

La situazione che descrive è complessa e profonda, caratterizzata da una lunga storia di sfide personali e di difficoltà nel relazionarsi con gli altri. È evidente che le esperienze passate, in particolare il bullismo subito a scuola, hanno avuto un impatto significativo sul suo modo di vedere se stessa e il mondo intorno a lei.

La scelta di intraprendere una carriera che implica il contatto con le persone, nonostante la sua timidezza e le sue insicurezze, mostra una notevole forza di volontà e il desiderio di superare i propri limiti. Questo può essere un percorso di crescita personale che, seppur difficile, potrebbe rivelarsi incredibilmente gratificante.

Il fatto che lei riconosca la necessità di un aiuto psicoterapeutico è un passo importante. La terapia può offrire uno spazio sicuro e non giudicante dove esplorare le proprie emozioni e imparare a gestire meglio le sfide quotidiane. L'idea di iniziare la terapia può essere intimidatoria, ma molti trovano che sia uno spazio dove possono esprimersi liberamente, anche attraverso le lacrime, e dove le parole non sempre sono necessarie per essere compresi.

Inoltre, il lavoro su se stessi in terapia può aiutare a costruire l'autostima, a sviluppare nuove competenze relazionali e a imparare strategie per gestire meglio lo stress e l'ansia. Questo processo può anche aiutare a superare la paura di entrare in relazione con gli altri e ad aprire la possibilità di relazioni più profonde e significative.

Infine, è importante ricordare che il cambiamento richiede tempo e pazienza. Ogni piccolo passo verso il superamento delle proprie paure e verso l'apertura agli altri è un progresso significativo. La decisione di sfogarsi e di cercare un modo per esprimere i propri sentimenti è già un atto di coraggio che merita di essere riconosciuto.